Biografia

Di me non c’è molto da dire, dopo una vita spesa in banca in ruoli di responsabilità, sono andato di recente in pensione. Ora posso dedicarmi al mio hobby preferito.
La tela per me è un modo di comunicare; dipingendo racconto me stesso, il mio carattere apparentemente pacato, estremamente sensibile, ma profondamente intriso da una violenza emotiva accompagnata, però, da un estremo rigore intellettuale. Qualità o forse difetti che mi rendono schivo e poco incline ai contatti umani. Questi ingredienti esplodono nelle mie opere, come del resto le mie utopie sulla vera “bellezza”, che lascio presagire attraverso l’uso sapiente e potente dello strumento cromatico che irrompe nelle mie tele. Ma per interrompere il sogno e per ricordarmi che la bellezza generata nel quadro è soltanto falsità, spesso uso legno, cartone, creando con materiali grezzi, un contrasto e una voluta contrapposizione tra ideale e reale.
Ho partecipato a mostre poche volte, anche per colpa del mio cognome estremamente impegnativo nel capo dell’arte: mio nonno era parente di Afro.