Biografia

I “Toy child” sono opere coloratissime e accattivanti. Sono apparentemente “semplici”, ingenue, spensierate. Nascono da un progetto che Silvia Giusti va conducendo da anni, attuando prelievi dal mondo della strada per definire una campionatura di umanità che, work in progress, l’artista restituisce pittoricamente nei modi di una cultura popolare globale ove il fumetto incontra l’immagine pubblicitaria, il pennello ibrida il software, l’illustrazione e la computer grafica. Attraverso i suoi “Bimbo giocattolo”, l’artista rende il pubblico partecipe di un New pop capace di insinuarsi gioiosamente in modo invasivo e pervasivo nel vuoto quanto caotico mondo dell’immagine. Per poi procedere ad affondi che nevralgicamente toccano questioni aperte della nostra civiltà.Silvia Giusti affronta le questioni di genere (maschile-femminile), il problema lavoro, e il tema dell’identità contemporanea propria di un mondo che oggi si va mescolando, ibridando, senza progetto o previsione futura. E’ un’umanità in corsa che Silvia Giusti ci propone, pervasa da un’inquietudine sottile portatrice di microstorie in grado di contrapporre alle grandi dinamiche umane propulsioni minime quanto inarrestabili...