Biografia
Il tempo di Concetta
di Stella Ingino
C’è un tempo per il ricordo, per fermarsi e guardarsi dentro, e un tempo per ripartire.
C’è un tempo per riflettere sul passato, distinguere le scelte fatte, tra quelle giuste e quelle sbagliate, e un tempo per rielaborare il dolore e trasformarlo in nuova e linfatica energia. E non è mai tempo sprecato.
Quando si acquisisce consapevolezza dei propri limiti e delle proprie debolezze, è lì, in quell’istante che si creano le salde strutture su cui poter ricominciare a costruire partendo da ciò che resta ancora in piedi.
Memento: ricordati. Un imperativo che racchiude il senso di ciò che siamo stati e di ciò che vorremo diventare. La rabbia e il rancore per quel che abbiamo perso e per i sogni infranti ci seguono passo passo, come due donne velate di nero. È necessario riconoscere questi cupi fantasmi, artefici di un turbinio di istintività che offusca la ragione, e concedersi del tempo. Basta chiudere gli occhi, respirare profondamente, sentire il corpo leggero mentre galleggia sulla superficie dell’acqua e i rumori esterni sono lontani e ovattati. “Poesia” è la sospensione del pensiero, il momento di silenzio assoluto in cui il corpo rientra in contatto con la sua essenza, e tutto il resto cessa di esistere.
Nel passato Concetta ha preferito non vedere, ignorando le gracchianti previsioni dei corvi, ma oggi il suo sguardo è desto. Le mosche del presente, fastidiose ma innocue presenze, ben presto smetteranno l’incessante ronzare, e la luce dell’avvenire inizierà a diradare l’oscurità.
È un lento cammino verso una nuova e sconosciuta serenità: le tele si schiariscono di una luce pallida, metafisica.
In questo universo parallelo Concetta non deve più nascondersi e si rivela. L’autoritratto è un canovaccio tra le cui morbide pieghe restano i segni di anni di ininterrotto lavoro e l’anima è un barattolo splendente ricolmo di variopinti residui della tavolozza. Concetta ora è pronta per il matrimonio mistico con l’arte.
Non è un rapporto semplice, ma una danza ora lenta ora sfrenata, che rallegra ma sfinisce. Come un’amante sfuggente e imprevedibile, l’arte nutre e affama allo stesso tempo. Ma ormai non è più possibile farne a meno: il passo è compiuto e Concetta non torna indietro.
È tempo di ripartire.