Biografia
Gian Mario Conti: pittore, musicista, performer, architetto di giardini zen, curandero.
Nasce il 25 Aprile 1966 a Valbondione, un piccolo paese tra le prealpi orobiche, in Val Seriana, dove trascorre un' infanzia serena nei boschi.
A 6 anni inizia a soffrire di sonnambulismo, e si placa solo quando inizia a stendere immagini che trova dentro di sé nei fogli semi-professionali che gli compra la madre.
Sono immagini di guerrieri e cascate: la forza della natura sarà infatti poi il tema costante della sua opera.
A 8 anni già è un pittore maturo e vince un concorso provinciale, a 19 la famiglia prova ad inserirlo nella vita della valle con un lavoro comune, ma di nuovo c’è una forza che impelle e che gli fa rompere ogni catena ed ogni regola, tutte tranne una: la necessità di seguirsi.
Diventa dunque pittore riconosciuto nelle gallerie del territorio e, negli anni, anche come musicista e poeta, seguendo spartiti interiori, da autodidatta: una strada che lo porta a scavi profondissimi e a legare
indissolubilmente arte e vita.
Gli anni '80 sono per lui anni di grande ricerca, inizia a sperimentare tecniche nuove, con materiali alternativi. Successivamente, dal 1993, si dedica al degrado ambientale e sociale, approdando ad un nuovo linguaggio artistico materico e informale. Le elaborazioni di questo periodo evocano il dissolvimento della natura e delle cose: sono opere di forte impatto emotivo, racchiuse sotto il titolo di "Tempo dell' assenzio", ovvero dell' ombra che si oppone alla luce, dell' amaro.
In quegli anni Gian Mario adibisce un'auto a giardino, completamente ecologica, dove il prato prende posto della lamiera, e con essa viaggia. L' opera, intitolata "Nostalgia di natura", è presentata alla rassegna d' arte di Rignano sull' Arno. Nello stesso tempo, in corrispondenza alla destrutturazione della realtà pittorica, anche la sua musica diventa minimalista e si accentua sempre più la pulsione alla ricerca spirituale, che trova riscontro anche nell' avvicinamento definitivo allo yoga. L' unione di tutti questi linguaggi si fa chiara quando arriva ad Assisi, nel 2006, e “diventa” Jesus: suona e fa l' artista di strada. Ascolta le persone e vive tre anni in una tenda nel bosco, rinuncia a tutto.
Sono anni di grande introspezione e silenzio.
Il lavoro più recente di Gian Mario Conti, dal titolo "L' uomo codice a barre", racconta il maschio d'oggi, mercificato, ridotto a prodotto di rapido consumo.
Un maschio intriso di paure, di fobie, fragile nel confrontarsi con il mondo femminile, schiacciato da un ruolo che non è più in grado di svolgere, separato tra la propria epidermide e le proprie viscere.
Sono proprio questi risvolti, reconditi, quelli che l'artista riporta a galla con un tratto grafico tagliente, con echi tra l'onirico e l' espressionista.
Oggi, Gian Mario Conti vive e lavora immerso nel verde delle colline sopra Assisi.
....work in progress...