Biografia

Deciso e vibrante, il gesto di Annalisa Filippi imprime alla materia la forza necessaria per diventare mondo. Nelle campiture piatte delle terre e nella curvatura degli spazi dei disegni a matita, determina l’ingresso delle forme nel colore e nella concretezza dell’esistenza.
A reagire a questo gesto e a plasmare i confini instabili tra consapevole e abissale, è un’interiorità che trattiene l’oggettività del mito, dell’appartenenza alla carne e lascia che si esprima attraverso la soggettività delle sensazioni, delle emozioni, delle impressioni, attraverso la gentilezza delle linee, la fragilità e il vigore del corpo messo a nudo.
Si confondono così, in un’origine comune, l’essenziale, ciò a cui non si può rinunciare ( o di cui non ci si può liberare) – il corpo, il ciclo della vita, l’incubo e il meraviglioso – e il desiderio di libertà, l’impulso a creare, l’anelito al volo.
Oggetto e soggetto, allo stesso tempo descritto e creato, è condensato, raccolto nelle sue linee essenziali, nella dialettica con una spazio che conferisce ad esso una dimensione e impone un raggio d’azione.