Biografia
Evanescenti visioni metropolitane
Impressioni nate come istantanee fuggenti nel caos cittadino, rivelazioni improvvise dello scorrere del tempo, del fluire delle cose, in un moto incessante, perpetuo, davanti ai nostri occhi. Giusto l’intervallonecessario a fissarne nella mente la comprensione, percepirne l’immagine attraverso la rètina per vederla poi dissolversi nell’attimo successivo, svanire per sempre all’orizzonte, inghiottita dai riflessi del sole sulla carrozzeria brillante di un mezzo in corsa.
Tutto questo è negli ultimi lavori della pittrice Monica Vaccari, “colori in movimento”, che testimonia della sempre prediletta attenzione per il colore, nel trattamento come nell’uso di tonalità forti, ricorrenti, negli accostamenti audaci come nei contrasti, comunque mediati dalla luce. E’ una luce che nasce dal colore e ad esso appare sovrapporsi, generando campi luminosi che descrivono e insieme destrutturano, vanificano identificandoli, persone e oggetti.
Non c’è molto tempo per riflettere, soffermarsi a considerare la scena davanti a sé: il futuro è già qui, presente, il cambiamento è ora, la trasformazione è in atto, prima ancora che si abbia la possibilità di prevederne le conseguenze. Non più prospettiva intuibile di là da venire quindi, ma effettiva contemporaneità.
La pittura di Monica Vaccari si spinge quindi verso il dissolvimento dei contorni, per tramite della sperimentazione fotografica diretta, o degli interventi in digitale, operazione guidata dalla visione creativa dell’artista che mette in opera una volontà di andare oltre la rappresentazione per arrivare all’essenza: sintetizzare grazie allo sdoppiamento dell’immagine, alla sua perdita di definizione.
E’ una società che non concede tregua, quella in cui viviamo: costretti da molteplici pressioni disperdiamo quasi inconsapevolmente la nostra natura più vera, ma è in quelle pause di luce, fra impalpabili evanescenze, che possiamo, soffermandovici, veramente riconoscerci.
L’opera procede oltre quindi, la sua stessa proprietà di rappresentazione, coinvolgendo nelmedesimo modo scenari cittadini e figure, alla ricerca di nuove possibilità espressive, così come ogni individuo si trova su questa terra spinto alla conquista e alla scoperta di un proprio posto nel mondo.
L’attenzione della pittrice di tanto in tanto focalizza sui particolari: sempre presente la sua cura per i dettagli, che ritroviamo in questi paesaggi urbani però cambiata di segno, ed in una prospettiva non soltanto estetica, ma qualificativa: quasi un voler mettere dei punti fermi, fissare degli appigli, addensare concentrazioni di consapevolezza, lì dove tutto è ritmo, corsa, trasformazione.
Il senso del tempo appunto, è di rilevante importanza in questi lavori, il suo trascorrere e la metamorfosi che produce, pari al fremito stesso delle cose e delle creature viventi, ma in una direzione inversa, non più spontaneaquanto meccanizzata, tecnologica, postmoderna.
Questa frenesia del vivere non pregiudica però l’entusiasmo, quel velo sottile ma sensibile di brio e passione, - come le velature leggere di cui l’artista riveste le sue tele - caratteristica che ben si sposa alla ricca gamma cromatica e alla ricerca della misura e dell’equilibrio nella composizione.
In essa, sebbene i soggetti si disgreghino disperdendosi nel loro inesauribile incedere, ogni cosa appare dirigersi verso il suo fine ultimo, un naturale perseguimento dell’armonia. 28.01.17 Maria Palladino