Biografia

Formatosi come autodidatta espone nella sua prima personale presso la chiesa di San Paolo all'Orto in Pisa nel 1990 opere di grande formato realizzate con colori industriali, ispirate all'action-painting e caratterizzate da una decisa gestualità

In seguito rivolge la sua ricerca artistica in direzione dei rapporti che intercorrono tra il suono e il colore, tra la musica e la pittura. Intorno alla metà degli anni '90 crea un vero e proprio sodalizio con artisti, musicisti e danzatori attivi nel campo dell' improvvisazione radicale, della danza contemporanea e del teatro di ricerca. Da questi incontri nasceranno le performance collettive di musica e pittura e i grandi mandala pittorico-sonori, che gli procureranno numerosi incarichi presso Scuole d'Arte e inviti a dibattiti i e conferenze pubbliche .

Intorno al 2000 Giacomo Roberto diventa allievo del Maestro di calligrafia giapponese Norio Nagayama, che seguirà per cinque anni. E' un incontro fondamentale nella sua evoluzione artistica. Lo studio della calligrafia, denominata in Giappone “danza del pennello” risponde alla sua esigenza di trovare un rapporto tra il suono e il gesto-colore che non sia solo Illustrativo, simbolico o costruito da immediati automatismi, ma che si fondi su una grammatica più sottile, capace di rendere visibile, attraverso la scelte compositive e lo stile calligrafico la continua improvvisazione cromatico-sonora che si esprime in modo naturale nel suo interiore

La prima metà degli anni 2000 è un periodo estremamente proficuo per l'artista toscano. Collabora fra gli altri con l'artista indiano Krishna Kumar Kashyp e con la giapponese Megumi Yamashiro con la quale realizzerà il video “Beati Loro” sulla ristrutturazione dello storico cinema Lumiere a Pisa. Produrrà inoltre video e interventi per il recupero di ampie parti del Centro Storico e per l'Area del Santa Chiara in Pisa, a fianco della Torre pendente. Nello stesso periodo metterà in scena innovative opere teatrali con una propria compagnia “I dispari” composta da più di venti elementi , tra musicisti , attori e danzatori. Realizzerà istallazioni in teatri e luoghi pubblici.

A metà degli anni 2000 grazie a una serie di fortunate coincidenze fa la conoscenza di un artista che imprimerà alla pittura di Giacomo Roberto une forte e decisa accelerazione.. Si tratta di Pritam Singh, musicista inglese di origine indiana, maestro di Canto classico hindustani e di Tabla, le caratteristiche percussioni indiane.

Pritam Singh , giorno dopo giorno, lo introduce al complesso mondo dei raag , un insieme di strutture melodiche che può essere tradotto con “ciò che colora la mente”.

Le opere che nascono dal quotidiano lavoro musicale sono compositivamente semplici, caratterizzate da una cromaticità particolarmente vivace e da una evidente poetica. Giacomo Roberto rende cosi visibile un mondo musicale e corporeo profondo, particolarmente vivido e brillante e dove semplici forme della natura , come fiori o piante, si fondano con elementi decorativi in un mosaico a volte astratto ma permeato, come un tappeto, da una naturale e semplice geometria.