Biografia

... I concetti spaziali che sostengono la poetica di Clara Fornaro configurano una dimensione iconica spiraliforme, una tessitura astratta che fa coincidere la quiete col movimento, la finitezza della costruzione con un interminabile e labirintico processo dinamico.
Le forme inseguono "l'origine" del loro movimento e della loro quiete, avvolgendosi su di sé e modulando uno spazio figurale pullulante di pieghe interne in continua germinazione, che si rispecchiano le une nelle altre, isomorficamente, conformandosi alla struttura infinita delle monadi leibniziane. Le opere di Clara Fornaro dischiudono un universo di puri rapporti energetici che coniugano la sostanza individuale delle figure monadiche con la forma di un movimento sempre in tensione, proteso cioè ad agglutinarsi alle sottili variazioni che lo intervallano.
L'ars combinatoria dell'artista affonda nelle radici stesse della creazione, nella "preistoria del visibile", dove sono disseminate le infinite possibilità del suo manifestarsi, e dove il logos e l'immagine, il concetto e la rappresentazione, il movimento e la quiete coabitano, saldandosi in una sorte di sinolo.
In questo spazio originario si annida anche l'intimità più radicale dell'opera: libero flusso di potenzialità seminali che suscita le trasformazioni delle figure, dei segni e dei sensi, ascrivendoli al legame indissolubile di quiete e movimento.
...I procedimenti stilistici, adottati da Clara Fornaro nell'esplorazione della genesi del visibile, sono improntati agli schemi, mai fissati a priori e sempre tesi al divenire di nuove possibilità combinatorie, della Gestaltung che regola il mondo delle forme, innescando continui processi di metamorfosi figurale.
L'operazione s'incentra sulla dinamica fluttuante delle linee che, attraverso le loro inflessioni, i loro avvitamenti e le loro declinazioni, dettano la crescita delle figure e, al tempo stesso, i principi delle loro trasformazioni. Da qui discende un andamento polifonico ritmato dalle ondulazioni e dagli intervalli delle linee, che generano "nuove possibilità trascendenti l'ambito statico", e una cosmogonia interminabile e labirintica di percorsi mai riconducibili a una struttura assolutizzata, predeterminata e prevedibile.(...) Giorgio MARCON