Biografia
Autodidatta, dal 2006 al 2010 per motivi di lavoro entra in contatto con il mondo del digitale, della grafica, dei supporti di stampa, della decorazione architettonica, questo le ha messo dentro un seme che ha inizato a germogliare portandola a scoprire un mondo nuovo.
Ogni forma d’arte necessita di strumenti specifici per essere attuata e questi strumenti non possono che essere cercati nel contesto storico in cui quell’opera si trova a nascere.
Questa è la regola, vale per tutto, è la condizione propria dell’impulso creativo, a dispetto di ogni archetipo passatistico.
Se l’America fosse stata scoperta due giorni fa, verosimilmente a nessuno verrebbe in mente di onorarla con statue o bandiere stelle e strisce, ma possiamo sicuramente dilettarci ad immaginare l’America simboleggiata da un video testimoniante la sua scoperta ad esempio, oppure da una carta geografica manipolata digitalmente da sembrare magari un puzzle.
Le idee di Enrica Caula sono un bellissimo esempio di contemporaneità, di adeguamento al presente…E solo quando il presente è vissuto a tutto tondo, scevro dai legamenti con il passato, può ben dirsi eterno, rivelandosi così, pienamente compatibile con il carattere eterno della creatività. Eterno sì, perché è vero che un’opera è realizzabile con strumenti specifici ma è ancor più vero che questi strumenti rimangono tali, hanno un fine puramente utilitaristico che la stessa opera, una volta partorita, tenderà a trascendere e ad oscurare con la sua grande dose di universalità.
Enrica Caula lavora con maestria per mezzo di macchine fotografiche, immagini fotografiche ed elaborazioni digitali ma fosse solo questo il trucco…per ogni ingegnere avremmo un artista.
Enrica ha utilizzato il presente per fuggire oltre il tempo, ha utilizzato lo sguardo per oltrepassare gli sguardi e soprattutto ha abilmente diretto l’orchestra con mezzi informatici facendoci totalmente dimenticare di loro…La magia è questa: E’ lei che ha diretto l’orchestra. IL suo “Quotidiano vivere” ( un’opera ) non ha niente di quotidiano, esprime l’eccezione, il sogno, l’incubo, eppure dimostra esserci qualcuno che di eccezioni vive quotidianamente.