Biografia

Nell'opera di Giovanni Mazzi l'uomo è al centro del sentire e del fare dell'artista. Non un uomo rampante e pieno di certezze, ma un essere sofferente e disagiato consapevole solamente dei propri limiti, prigioniero dei propri vizi e delle proprie contraddizioni, sempre incalzato da nuove domande per le quali non ha una risposta completa e certa, ma perfettamente determinato a portare avanti il suo autonomo percorso intellettivo anche se non raggiungerà mai la sublimazione. L'artista non crede alla perfezione interiore , ben sapendo che non è propria della natura umana, preferendo analizzare le reazioni individuali ai vari casi della vita e proprio perché tali sempre soggettive e variabili nel tentativo di individuare le cause e nella ricerca di una risposta anche se incompleta. Infatti attraverso l'arte non si può pretendere di dare una risposta sicura ai numerosi quesiti esistenziali, proprio perché il fare artistico non è che una componente della nostra interiorità, perciò limitato. Però il suo uomo è individuo, quindi non è massificato perché i suoi dolorosi rovelli lo portano comunque ad una crescita e le sue inevase domande, sempre ritornanti, lo mantengono vivo ed unico, facendolo divenire simbolo di ribellione; ribellione incruenta, portata avanti con la forza delle idee e per questo più efficace. Perciò è un uomo che rimane ai limiti di una società dai rapidi cambiamenti di mode col fine di veicolare l'eccesso di produttività, dove impera la voglia di strafare e di stupire, con la snervante serialità delle immagini e l'eccessivo stimolo a cercare sempre il più: più PIL, più energia, più competitività ecc., il tutto amplificato da un rumore continuo ed eccessivo. Questa società del successo facile e ad ogni costo, contraddistinta dalla sua volubilità, considera l'individuo alla stregua di un manichino buono solamente per indossare abiti rigorosamente griffati e adatto solamente ad essere imbonito nell'acquisto di questo o quel prodotto, considerandolo privo di spirito critico e di libere scelte.
Enrico Guarnieri