Biografia

L’oro e la persuasione

di Valentina Falcioni

“Bisogna possedere una fede illuminata e convinta per poter essere illuminanti e convincenti”, disse con fermezza Papa Giovanni Paolo II nel 1978. Angela Latorre nutre una speranza di questo tipo nei confronti della vita e le sue opere pittoriche baluginano proprio di oro e persuasione. Nata a Tivoli (RM) nel 1982, ha coltivato la sua imperiosa inclinazione per l’arte fin dalla tenera età, quando rimaneva ore a osservare i quadri conservati in casa e immaginava le esistenze incagliate fra le trame dipinte. Ha iniziato a plasmare la sua cifra linguistica presso l’Istituto d’Arte di Ascoli Piceno, dove ha scelto l’indirizzo “Rilevazione e Catalogazione dei Beni Culturali”, ma il suo carattere tecnico-stilistico si è formato sul campo attraverso una lunga serie di collettive. La capacità di penetrare i sentimenti più reconditi per riportarli sulla tela con peculiare premura è maturata fra le corsie di un reparto pediatrico, dove ha lavorato come infermiera per diversi anni. Ha assorbito il dolore più silenzioso e annientante, l’amore radicato nelle fibre di un genitore disperato, il sollievo in un sorriso ritrovato dopo aver saggiato le oscure radici della paura. Angela ha imbevuto il suo corpo con lacrime di angoscia, consolazione e gioia assoluta. Satura di emozioni ha deciso di lasciar fluire ogni suggestione dalle sue mani, lungo il pennello, attraverso colori brillanti e lamine dorate. Racconta favole contemporanee perché, come scrisse Gilbert Keith Chesterton, queste “insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”. Non è casuale l’effluvio di oro fra gli intrecci poetici delle sue opere. Questo materiale prezioso che non è soggetto all’ossidazione allude alla luce, alla forza e alla massima evoluzione spirituale. Ha tradizionalmente un valore apotropaico e Angela Latorre lo usa come uno scudo che lascia filtrare soltanto la sua fede illuminata e convinta.