Biografia

Sono nato 39 anni fa in una famiglia quanto mai disordinata.
Gente amante dell’arte e dell’avventura, con alcuni difetti capitali che mi sono stati trasmessi.
Pare proprio che mio padre non sappia accettare la morte (cerca di esorcizzarla frantumandosi di sport).
Il carattere di mia madre è più complesso e in alcuni momenti decisivi mi capita di riconoscerlo in me: sentimentale, appassionata, sprovveduta, ossessiva, ha attraversato la vita trasportata di vetta in vetta dalla speranza e precipitata infinite volte nell’abisso.
Ho ereditato da mio padre la pigrizia, da mia madre la mancanza di equilibrio e la passione, da mio nonno Tullio la curiosità e l'amore per la musica, da mia nonna Orfea la frivolezza, un certo buon gusto e una singolare forma di egoismo, che è una sorta di indifferenza di fondo; e da ognuno di loro un bisogno di lusso, di disordine, un pizzico di follia e una grande robustezza nello scheletro, negli organi e nell'anima.
Prima ancora molti antenati hanno probabilmente contribuito alla frantumazione di quello strano essere che sono, ma non sapendo di loro quasi niente, poco o niente posso dirvene.
L’unico vago ricordo che ho di una di loro, è legato ad un libro: Klossowski Sade prossimo mio.
Quel libro rosa, con la copertina muta, fu la bibbia della mia prima giovinezza; avvinse i miei sensi, successivamente Roberta avvinse il mio amore; la mente invece si smarriva nel “Il mondo come volontà e rappresentazione”.
Se si considera che le prime influenze esterne incidono su di noi quanto i danni o i benefici dell’ereditarietà, io devo a Pierre Klossowski tutta la mia formazione immorale.
Ma ho detto abbastanza sulla mia infanzia. Intenerirsi confonde l’animo.