Biografia

Autoritratti... ritratti Io, tu, Liane, Donne di Medio Oriente, figlie senza Padre, figlie -Padre,
non dire il mio segretto, io so abbastanza ed abbastanza presto, prendimi l’anima, no non
toccare, non ti serve, vergine, vergine che mangiano le mani poi rimangono incinte,
bambini- scarafaggi, vergine Sante, meduse, col cuore in gola, sulle tue labbra, il mio
dolore, la Mia Santa Madre, la mia medusa e la mia Santa Madre, dolore... fegato con i
capelli lunghi belli bianchi come la neve, Dio, ti amo, la mia sincerità, solo con te Dio,
paura di riccio, il tavolo nero, soldati... io cantavo su quel tavolo, il mio Padre mi
ascoltava, se ne andato, la vita, la Croce con la marmellata, secondi pazzi, fiori gialli...
storia dei miei piedi, credevo, credo, crederò.
E una Donna armena, che crede nel Genocidio Armeno, crede nella patria, nella morte
del domani, nell’esaurirsi del tempo, nella nostra ricerca di un tempo nuovo, nei sorrisi di
cameriere di autostrada e negli occhi stanchi dei controllori di volo in aeroporti fuori
stagione. Crede negli organi genitali degli uomini e delle donne importanti,crede nella
pazzia, nella verità dell’inesplicabile, nel buon senso delle pietre, nella follia dei fiori, nel
morbo conservato per la razza umana dagli astronauti di Apollo.
Crede nel nulla..
Crede nell’impossibilità dell’esistenza, nell’umorismo delle montagne, nell’assurdità
dell’elettromagnetismo, nella farsa della geometria, nella crudeltà dell’aritmetica, negli
intenti omicidi della logica.