Biografia
Fabrizio Pariboni è un pittore e grafico digitale. Dopo la laurea in Dams, si è dedicato dapprima alla computer grafica e poi alla pittura su supporto fotografico. Le istantanee su cui ha lavorato, provenienti sovente dai suoi album di famiglia, sono la base sulla quale il colore è steso con lo scopo di trasformare una realtà preesistente, attualizzandola alla luce delle percezioni del momento. Nelle successive opere su tela si compie la stessa traiettoria. Sul piano tecnico si determina una dicotomia più netta fra pieni e vuoti: i primi costituiscono l’immagine-cristallo (G. Deleuze), tendenzialmente collocata al centro dello spazio, nella quale si esprime il ricordo all’origine dell’esigenza artistica. Da questa fase creativa più meditata scaturisce un momento più istintivo e anche più rapido a livello esecutivo, nel corso del quale prendono forma le altre immagini. Esse (i vuoti) sono come schegge staccatesi dal cristallo, ricordi meno nitidi ma certamente collegati a quello principale e a loro volta coerenti l’uno con l’altro, anche se non necessariamente secondo una logica razionale, bensì in forza di automatismi puramente inconsci. Ai due piani dell’opera – quello dell’immagine-cristallo e quello delle schegge – non è sottesa un’impostazione gerarchica: il ricordo più limpido non è per forza il più importante, ma di sicuro è quello più vivido nella percezione dell’artista, enfatizzato visivamente dal realismo più marcato della raffigurazione e da dimensioni più imponenti, mentre i ricordi indotti dalla reminiscenza fondamentale si presentano in forme più elementari, quasi infantili, conferendo all’insieme un’aura surreale. Al cambio di tecnica e di supporto fa comunque da contraltare un’evidente continuità di temi e di sensibilità: al centro rimane comunque l’uomo, colto nella sua complessità e nelle sue molteplici sfaccettature, perennemente alla ricerca di un equilibrio che pare irraggiungibile.