Biografia
Fare scultura in ceramica soprattutto scegliendo come materiale il grès, significa porsi di fronte a tutta una serie di problematiche non solo tecniche ma, soprattutto, di "percezione artistica". Per essere meno ermetici, la ceramica è sempre stata associata a "qualcosa di utile",l'oggetto carino da appoggiare sul comò della nonna ( spesso purtroppo di gusto assai discutibile ) come utensili da cucina come piatti o ciotole o nel migliore dei casi , come un supporto neutro su cui dipingere, usando la base solo come uno spazio bianco sul quale come già avveniva nel quattro- cinqecento venivano dipinte scene che potevano essere catalogate come quadri veri e propri.
Questa visione culturale di secondarietà della ceramica rispetto ad arti e materiali "più nobili" ha fatto si che in Italia a tutt'oggi dire di essere ceramisti ,anche scultori, equivale a sentirsi chedere se si fanno bomboniere o piatti al tornio ignorando completamente che la scultura ceramica ha infiniti sviluppi nell'arte moderna proprio come mezzo espressivo.
Quello che ho cercato di esprimere con le mie sculture è una riscoperta della forma in ceramica, dell'espressività del materiale che deve essere non solo armonico nel senso più ampio del termine ma deve essere rispettato nella sua natura.
Gli smalti così non saranno mai qualcosa di esterno e imposto alla forma ma dovranno vivere delle vibrazioni cromatiche e dei movimenti della opera stessa. Scultura che ,a sua volta, dovrà sembrare nascere e muoversi di forza propria: il mio intervento deve essere percepito quasi come secondario rispetto a una assoluta naturalezza della scultura che di volta in volta sarà fragile come uno stelo d'erba o possente come una roccia corrosa, drammatica come un osso scarnificato od emblematica come un enorme chicco di riso che esplode frammentandosi in mille schegge appuntite.