Biografia

Formalmente l’immagine è al limite dell’esistere e della visibilità, fatta della stessa fragilità di chi rappresenta. Dipingo ad olio corpi senza corpo, trasparenti, attraversabili, privati della carne da occhi carnivori, dati in pasto allo spettatore–voyeur.
Sagome eteree su fondi bianchissimi abbacinanti rappresentano corpi di bambini, adolescenti, donne, dove le figure sono nude e quasi sempre censurate nelle zone erogene con materiali che rimandano all’idea del gioco e della spensieratezza, dolorosamente negati (cerotti colorati, peluche, nastrini di raso come quelli delle bambole, gomma arabica, eccetera). Altrove la censura diviene orifizio: apertura che sottolinea l’aspetto sessuale, rimandando però ad una sessualità fredda e distaccata. In altri casi non si tratta propriamente di censura, ma di dettagli che prendono corpo: elementi che oggettualizzano ancora di più il soggetto.
L’innocenza è nuda, svelata: occultarla è scoprirne drammaticamente la fragilità ed è il pretesto per innescare la riflessione su un certo tipo di sguardo adulto verso l’infanzia (verso coloro che non hanno nulla che debba essere censurato), verso la figura femminile, verso i corpi mercificati, consumati, cannibalizzati dai media.
Una pittura in dissolvenza che implicitamente è riflessione metapittorica sulla sopravvivenza della pittura stessa – figurativa – oggigiorno.
NOTA TECNICA:
La mia pittura ad olio è estremamente eterea, quasi invisibile; questo è difficilmente apprezzabile nelle riproduzioni fotografiche. I fondi sono bianchissimi, anche se nelle foto sembrano un po' grigio-azzurri.