Biografia
“….. il quadro è una chiave che apre la porta della nostra sensibilità, non tutti i quadri riescono a farlo, ma sta a noi non nascondere la serratura".
Si esprime cosi sulle sue marine, nei suoi paesaggi e nei suoi volti:”…. sono luoghi e volti verosimili, ma non sono materiali, vorrei che fossero i luoghi e i volti dell’anima, almeno della mia”.
I suoi quadri sono bisogni interiori: proiezioni dell'inconscio, di mondi sommersi o immaginari dove si percepisce l'armonia fra la natura e gli esseri viventi, la pace, un'interiore serenità espressi, a detta di alcuni critici, con un "cromatismo sublime".
“Leggere” i suoi quadri è come voler leggere Maria Rita con il suo vivere pieno di dubbi, di gioie, di speranze, di angosce che, mentre ascolta il profondo silenzio della sua anima, punta sulla tela non tanto il pennello ma soprattutto i polpastrelli riuscendo a trasferire il suo pensiero in criniere di colori al vento lanciate contro i bagliori di un infuocato tramonto.
Nell’osservare i suoi tramonti, i volti di donne sofferte ma tese a migliorare la propria esistenza attraverso la fisicità, i suoi percorsi nel buio dell’infinito ci si ritrova, immobili, al centro dell’Universo alla ricerca di quel principio o di quella fine consapevoli di non potere distinguere se la fine è il principio o, viceversa, il principio è la fine.