Biografia
Il dramma di avere un corpo soggetto alla schiavitù della percezione è accentuato dall’esaltazione di deformità patogene. Ma la deformità implode in se stessa generando bellezza, il segno ridimensiona l’uomo e il suo limite, ne esaspera l’incompiutezza. Il corpo è il limite corruttibile, è l’involucro ingombrante, la contingenza estetica.
Il corpo è la poesia vitale, l’allucinazione esistenziale.
Il corpo è quello che dà più fastidio. Avremmo dovuto essere di carta.
Marinella Bonaffini