Biografia
Le esperienze di studi all’Istituto d’Arte A. Venturi di Modena in seguito alla Facoltà di Architettura a Firenze e al Politecnico di Milano mi portano sempre a concepire nella tela un preciso ordine spaziale bilanciato dal colore dalle linee e dalla tensione che sorregge il coinvolgimento.Strutture e segni di indipendenza lontani da ogni tentazione figurativa. Una tensione di elementi, anche se per la maggior parte pensati in ogni dettaglio, che si connotano in embrionali ed essenziali architetture immaginative. E’un percorso assoggettato ad una sospensione ad una vertigine percettiva di tutto quanto avviene nel nostro spazio–tempo interiore. Uno tempo che non ha vettori ma soggetto a sfondamenti che non ci consente una visione compiuta. Uno spazio liquido che non vuole trovare approdo per uscire dai confini della superficie che la supporta. Dimensioni enigmatiche a cui tolgo una direzione precisa che perciò può scorrere sia verso il futuro che il passato o a rimanere immobile in una sorta di eterno presente in attesa di soluzione o svelamento.
Polverizzo l'aspetto famigliare delle cose per poterle liberare da tutti i condizionamenti precostituiti.
Tempo e spazio in un certo senso reinventati e rimodellati dove si esperisce ciò che è ancora indifferenziato, dove l’indeterminato e la stessa casualità sono, a dispetto di tutto, una ricchezza che lasciano spazio al possibile e all’essere. Un trapianto di tempo e spazio come grandi cellule staminali per ricostruire costantemente.
Scatti lirici di sublimazione della realtà che si congiungono ad una visione interiore.
L’ intento è lasciare a chi è colto dalle immagini l’opportunità di sperimentare possibili disquisizioni che potrebbero restare fuori della propria esperienza e indurre al privilegio di perdersi e ritrovarsi in una dimensione totalmente personale.
Non miro solo a fornire un mio punto di vista ma ad aprire un dialogo di sfaccettature, offrire dubbi e non false certezze, riflessioni e possibili intuizioni, a riaccendere lo spirito critico.