Biografia
....Quale principio logico può rendere accette e naturali le associazioni tra elementi che per matrice espressiva non risultano sostanzialmente armonizzabili tra loro?
Quale forza spirituale tiene viva la tensione di un impianto iconografico così eterogeneo?
In ogni lavoro di Nadia Rosati c’è un primo piano di forte rilievo visivo col quale si scontra un secondo piano narrativo, il quale, a sua volta, può trovare motivo di nuovo contrasto in un terzo, e così via, assecondando un gioco di rotture su più livelli di penetrazione prospettica, in grado di stravolgere di continuo la compiutezza dei diversi nuclei tematici,in sé pittoricamente ben definiti.
Ad ogni passaggio di sequenza si verifica una specie di shock che incrina le certezze delle apparenze, quasi togliendo il velo, la maschera di reticenze agli oggetti e proponendoli invece all’intuizione di una profonda verità, specchio della loro qualità emozionale. Per tutte le immagini salta fuori allora una comune caratterizzazione di significato: la solitudine, condiviso, silenzioso strumento di comunicazione tra gli esseri che popolano le inquietanti opere della pittrice.....(U. Nobili)