Biografia
Pop Romantic Art di Ranieri Wanderlingh.
La semplicità e la genuinità delle forme primitiviste sprigionano una potente energia primigenia e, con la loro brutale schematicità e il loro carattere astrattivo, sembrano anelare al recupero di un ordine, di una legge regolatrice della realtà che trascenda il contingente per cogliere l’essenziale, nel momento in cui la visione del mondo si fa inquieta e confusa. E tutto questo gioca infatti un ruolo fondamentale in questa fase della sua pittura che Wanderlingh stesso ha definito “Pop Romantico” : un linguaggio immediato e d’impatto, di derivazione massmediale (dunque “popular”), ma che ribadisce l’importanza dell’istintivo e dell’originario, del genuino e del fantastico, di valori da ricercare nella propria interiorità, per rispondere a una postmodernità caotica e priva di punti di orientamento.
Pasquale Fameli
Quando nelle mani di un pittore c'è qualità (e mi riferisco sia all'ispirazione sia alla tecnica) una conseguenza inevitabile è quella di suscitare emozioni contraddittorie: così accade che le opere di Ranieri Wanderlingh siano gioiose e inquietanti nello stesso tempo. Da una parte un'esplosione di colori e di segni netti al confine con il fumetto, dall'altra immagini di un'umanità deformata oppure il tentativo di riscoprire i valori del passato in una difficile e alienante contemporaneità.
Un cammino che, mette in chiara evidenza le assonanze, anzi direi le consonanze, di Wanderlingh con l'evoluzione dell'arte internazionale, americana soprattutto. Si può dire che Wanderlingh è rimasto al centro (delle variazioni dell'arte) stando in periferia, il che non è un merito solo geografico, semmai è l'asserzione pittorica che il confronto, se davvero ci si vuoi confrontare, nasce e prospera anche a distanza e in autonomia.
Quando il pop nacque era una denuncia anticipatoria dei fenomeni massificatori indotti dalla
pubblicità e comunque da tecniche di comunicazione che tenevano (e tengono) l'uomo in conto
come oggetto e non più come soggetto. Oggi con il suo "Pop Romantico" Wanderlingh ripropone l'uomo al centro della comunicazione visiva, anticipando – si spera- una nuova tendenza umanistica che forse la crisi del capitalismo potrebbe accentuare e rendere più veloce. In questa fase in cui il segno si fa meno netto e il colore, sempre molto forte, assume un ruolo più decisivo nel delineare le forme, l'artista rivede il presente partendo da una riflessione sul passato. Sembra una ricerca di tipo psicoanalitico, cui Wanderlingh non è nuovo, che attraversa archetipi, miti, tradizioni, riti collettivi, simboli. Il quadro intitolato Aisha, un viso dove continua a prevalere il rosso, è simbolico perché nel volto si radunano e si mescolano caratteristiche somatiche di tutte le razze. Si può dire che Wanderlingh ci ha messo la "faccia" per esprimere un appello all'unione dell'umanità.
Vincenzo Bonaventura
Ranieri Wanderlingh, pittore e scultore è nato a Roma nel 1961, vive e lavora a Messina (Sicilia) Si è laureato all’Accademia di Belle Arti nel 1984.
La sua arte ha attraversato diversi periodi: neocubismo onirico, graffitismo, psicoespressionismo, fino ad approdare al personale stile “Pop Romantico” negli anni 90.
Dal 1982 ad oggi ha esposto in numerose mostre in Italia ed all’estero fra le quali: Messina, Taormina, Ragusa, Siena, Livorno, Roma, Bari, Padova, Milano, Bologna, Torino, Napoli, Spoleto, Montreal, Parigi, New York. Nel 1992 ha esposto alla Fiumara d’arte e collaborato con il mecenate Antonio Presti. Nel 1994, il critico d’arte Lucio Barbera, ha inserito una sua opera nella Galleria d’arte contemporanea di Messina. Nel 2004 è stato membro della commissione cultura del Comune di Messina. Nel 2005 ha realizzato, su commissione del quotidiano la Gazzetta del sud, una scultura di m 18 x 6 sul lungomare della città di Messina, intitolata “Fontana Bios”, un inno alla energia vitale. Nel 2012 ha tenuto due mostre antologiche al Monte di Pietà di Messina ed al Castello di Milazzo. Nel 2014 ha realizzato delle opere musive per il Comune di Messina al Cimitero S. Filippo. Nel 2015 in una mostra al castello di Spadafora, è stato inserito dai critici d’arte Ivan Quaroni e Chiara Canali nella scelta di 14 pittori siciliani che operano nella ricerca artistica contemporanea fuori e dentro il perimetro dell’isola. Nel 2016 ha esposto alla Galleria d’arte Moderna Provinciale di Messina in occasione della giornata nazionale della associazione dei Musei nazionali d’arte contemporanea.
Nel 2012 è stato consulente artistico e del paesaggio, nello studio di fattibilità del “Porto Verde”, porticciolo turistico per il paese di Spadafora. Nel Nel 2015 ha realizzato per il Comune di Spadafora, con fondi europei, il LabForma, il primo Museo- scuola -laboratorio sperimentale d’Italia. Nello stesso periodo ha ideato e diretto il primo Festival dell’arte contemporanea siciliana al Castello di Spadafora da giugno a dicembre 2015.