Biografia
Biguzzi torna ad offrirci i suoi pensieri, le sue riflessioni. Va oltre l’apparenza. Prende spunto dal quotidiano per mostrarci, attraverso le sue opere, la caducità del tempo, la disillusione, la deriva di una umanità che affoga in miseri valori.
E’ un’artista unico nel suo genere. Immortala “ Sentimenti ed Emozioni” attraverso la trasposizione pittorica di forti sensazioni che affida alla bellezza dei corpi di donna che dipinge.
Corpi vicini e lontani, corpi distratti, corpi che si offrono allo spettatore per sedurlo attraverso “ la
bellezza che tenta di negare la bellezza stessa”, persa in uno spazio “liberato” dove la voce dell’animo sussurra e racconta delle infinite lacerazioni che ci dividono da noi stessi e dall’altro, persi in un groviglio di vie dove si smarriscono i pensieri e…..la vita.
Corpi di donna che, come “soma vibrante”, raccontano la tristezza, mentre lentamente oscillano ed espirano il suono di rimembranze che fanno tremare le “cicatrici” non chiuse e che il tempo non può risanare.
E’ “ l’estraneità “ delle donne dipinte da Biguzzi che colpisce lo spettatore!!
E’ l’estraneità che rende irresistibilmente affascinanti le sue opere. Essa rappresenta la nostra stessa estraneità, il nostro mondo possibile, quel nostro eventuale futuro che la contemporaneità ha soffocato, costringendolo in una coatta direzione a senso unico : essere e non apparire!
Così, nelle opere di Biguzzi, valori e sentimenti umani universali si fondono con la “pena quotidiana”.
L’artista concilia coerenza e varietà, resta fedele all’impulso primario della sua immaginazione e produce sempre nuove e sorprendenti bellezze femminili, facendo valere la sua naturale vocazione al sincretismo.
Tutte le sue opere, messe una accanto all’altra, si trasformano in una rappresentazione teatrale dove attore e spettatore recitano un ruolo primario. Entrambi raccolgono dati riguardanti l’esistenza, li assorbono, li rigenerano e li ripropongono attraverso uno specchio: lo specchio di fuggenti pensieri.
“ La vita è un gioco di pazienza “ sembrano dire le ragazze dipinte da Biguzzi.
Ragazze comuni, giovani ed uniche protagoniste delle sue tele, adagiate su uno sfondo quasi sempre volutamente piatto, avvolte in una dinamica velatamente statica che si trasforma, quasi per magia, in un vorticoso movimento di fuga dai corpi per inseguire misteriosi pensieri.
….e invano e disperatamente lo spettatore cerca…. d’incontrare un loro sguardo !
Carla Petrella