Biografia

Giulia Berra (Cremona 1985) espone in mostre collettive (Giorni Felici, Casa Testori, Novate Milanese, 2014; Goodesign 2015-The Natural Circle, Cascina Cuccagna, Milano; Premio Canova, Villa Rizzardi, Negrar, 2015) e personali (Giulia Berra, Galleria Cart, Monza, 2011; Nowhere is a cloud, castello Visconteo di Legnano, 2015; Topografia del vuoto, project room per Epicentri, Terme di Como Romana, 2016, Punti di Sospensione, Museo Gipsoteca Antonio Canova, Possagno) sviluppando progetti in stretto dialogo con lo spazio e con contesti storici. Nel 2015 viene selezionata per la Biennale itinerante Jeune Création Européenne, e in questo contesto nel 2016 partecipa ad una residenza d'artista ad Amarante, Portogallo, realizzando interventi site specific per il Museu Municipal Amadeo de Souza-Cardoso. Nel 2017 è finalista ad Un'Opera per il Castello 2017, con un progetto site specific per Castel Sant'Elmo, Napoli

L'arte contemporanea ama le grandi dimensioni, l'interazione, la scenografia, la grandiosità. Berra si riserva un altro sguardo, empatico, vicino, tattile. Insetti, galle, crisalidi: cose piccole, fragili scarti biologici raccolti per mesi con pazienza, da osservare con rispetto, senza toccare. E' una dimensione intima, ma non intimista, come se si tornasse indietro agli albori delle scienze naturali, e si formulassero le domande in altro modo. In particolare, si focalizza sul tema della muta e dell'exuvia come metafora del cambiamento e dello sviluppo psicofisico. Non le interessano le narrazioni private dietro le trame, o i discorsi di genere, piuttosto la Natura è il punto di partenza per costruire visioni e metafore della contemporaneità. Si rapporta al vuoto, alle mutazioni, alle fluttuazioni; cerca di definirne i contorni e le relazioni. Si interessa ai processi, ai cicli biologici, alle loro interazioni, ai loro limiti. Rispettosa dell'ambiente, utilizza insetti provenienti da vecchie collezioni, o trovati morti in natura e nelle Oasi delle farfalle.