Biografia

"La vena artistica di Silvia Beltrami si sostanzia di una riflessione accorata e partecipe sulle dinamiche sociali, antropologiche e psicologiche dell’oggi. Una padronanza tecnica sopraffina e delicata, una forte originalità manipolatoria nell’utilizzo di elementi e supporti: collage di carte di diversa provenienza applicate su intonachino da strappo d’affresco, con un effetto illusorio di apparente matericità pittorica davvero sorprendente. Vari i temi: sullo sfondo di ideali metropoli descritte nella loro vertiginosa frammentarietà volteggiano e si smarriscono gli innumerevoli personaggi di una moderna “Commedia”, che sperimentano il proprio sradicamento sul filo di un “equilibrismo indifferente”. Oppure gli “Uomini di piombo”, figure alienate e saturnine di quello spietato gioco delle parti che è un mercato del lavoro improntato sul “mors tua vita mea”, affaccendate in una quotidiana corsa a ostacoli nella lotta perenne e disperata per la sopravvivenza. Più recente è l’approdo al tema del rave party: l’osservazione di Silvia Beltrami si focalizza sulla perdita d’identità, sullo stordimento frenetico, sull’euforia sfrenata di giovani che sperimentano la condizione di dipendenza – da un divertimento superficiale e autodistruttivo, dalla moda e dal consumismo, dal successo d’immagine in campo relazionale. Ma non c’è mai un atteggiamento censorio o moralistico: l’artista si avverte come una compagna di viaggio dei protagonisti inquieti delle proprie opere, i cui corpi e le cui anime sono scisse in centinaia di minuscoli frammenti, schegge incontrollate (ma sorvegliatissime dalla Beltrami sotto il profilo formale) di un vagare alla ricerca del senso."

Paolo Bolpagni