Biografia
“Quadri come specchio di un’identità sotterranea e nascosta".
Valentina Falcucci si guarda ed attraverso il suo sguardo scorrono nitide, veloci, le immagini di un universo femminile a stento trattenuto dalle maglie del colore e della forma.
La figura è solo un confine ideale dove s’addensano sguardi, aperture e repentine chiusure verso il mondo. La pittura è palcoscenico di un’opera aperta dove si perde ogni riferimento banale ai temi della figurazione o dell’iperrealismo fotografico. Quella di Valentina Falcucci è una pittura che vuole evadere dal limite bidimensionale del quadro per farsi scultura.
Né intima né nostalgica, l’immagine è trasposizione mitica, apoteosi di un altro sé che si espande nella galassia di uno spazio/palcoscenico aperto di fronte all’osservatore.
Figure forti, a volte concitate e violente, a volte leggere, in volo, riescono a divenire scrittura dipinta capace d’urlare il proprio desiderio d’esistenza nel mondo.”
(gennaio 2009)
Lidia Reghini di Pontremoli