Biografia

Tratto dall'articolo di Pino Suriano pubblicato sul Quotidiano della Basilicata del 27 agosto 2011

Se è vero, come è vero, che le grandi espressioni artistiche hanno origine nell’impatto potente con la realtà, non è difficile comprendere quale pezzo di realtà sia alla base della vena artistica di Sebastiano Topo. Sono gli sguardi. L’artista li scruta quotidianamente per strada. Se ne incontra uno particolare, si ferma e chiede di poter fotografare quel volto. Poi lo studia, gli dà forma, gli dà fuoco sulla tela.
Per strada, ma non solo. Anche in rete, in tv, tra le riviste. E così, tra le immagini osservate quasi per caso, gli è capitato un giorno di “incontrare” lo sguardo di Alda Merini. La poetessa folle lo ha stupito. Perché in quello sguardo c’erano la sua follia, la sua grandezza. C’era lei. “Brilla di stelle” è il titolo, bello e significativo, del quadro che ne è venuto fuori.
Come dalla Merini, Topo è stato colpito e sfidato anche dallo sguardo del pittore Amedeo Modigliani. I due sembrerebbero agli antipodi. Topo osserva gli sguardi, Modigliani evitava addirittura di dipingere gli occhi. Non senza riuscire, però, a fare emergere magnificamente l’anima attraverso l’immagine. Prova a farlo anche Topo. Così si legge, non per caso, nella brochure di presentazione della mostra “Sguardi in volo”.

“Lo sguardo è, nel silenzio di un corpo, ciò che parla di più. Ogni sguardo traduce le intenzioni di un uomo. Tutto passa attraverso gli occhi e quindi nello sguardo. E’ in esso che ritroviamo tutte le emozioni umane. E’ in esso che scopriamo la natura e la storia dell’uomo”. Sono parole pensate per l’occasione da Salvatore Scarpato, promotore sociale e culturale, tra gli animatori dell’evento.

Topo, 26 anni, dipinge da quando ne aveva due. I genitori ricordano che dipingeva al contrario: riproduceva immagini rendendo possibile a chi gli stava di fronte di vederne la realizzazione. La sua opera era già proiettata verso l’altro, già dipingeva per gli atri.