Biografia
La mia arte è come una stanza del buio, un’isola che non c’è, il nascondiglio sommerso, la mia anima del mondo.
Un’ accumulatore spirituale di evocazioni, sogni, memorie, oracoli, ossessioni, enigmi che danno la spinta alla straordinaria avventura delle “cose”. Le mie opere delimitano i confini di questo luogo mentale e ne sono i silenziosi custodi. Uso il bianco come colore del terrore immobile.
Il tempo rimescola, allontana, riavvicina, confonde e poi riordina improvvisamente.
Nel crepuscolo le forme si attraggono e il movimento si spegne.
Dire sognare vuol dire inevitabilmente descrivere un sogno, un sogno è invece qualcosa di incomunicabile su cui non è possibile nessun discorso diretto. Si può solo consegnare.
La chiave perduta che cerco è quella scivolata nell’interiorità dell’uomo.