Biografia

La pittura di Irene Petrafesa è costruita su due livelli, agli antipodi e contigui: l’emozione e il contingente. È traduzione sintetica dell’attimo di identificazione accidentale con tutto ciò in cui si imbatte, percorrendo la vita. L’opera diviene prodotto squisitamente ingegneristico dell’evocazione di immagini captate e sedimentate nella memoria; nasce in equilibrio perfetto tra materia, spazio, ricordo, istinto; è ridotta a tracce essenziali dal grafismo violento e rapido, stenograficamente accennate con il manico del pennello quando l’impasto da intaccare è grasso, leggermente increspato; sono segni secchi e decisi, impressi nella pittura sfaldata, stesa instancabilmente con infiniti passaggi, che pare declinare, ingannevole, verso un codice astratto. Dal costante timbro monotonale dei bruni e grigi o, più raramente, dal registro caldo dell’ambra, degli aranciati – la pittura si dirama così attraverso due direttrici opposte per consistenza materica: un impasto che s’ispessisce o assottiglia fino a diventare rarefatto e luminescente lì dove ad emergere sono sagome ridotte ad ombre o impronte e lo strato apparentemente gessoso cede il passo ad una liquidità quasi gassosa.