Biografia

Il mio percorso formativo nel campo delle arti visive è passato attraverso il disegno e la pittura, fino alla scoperta della fotografia, che si è rivelata, per me, linguaggio di sintesi perfetto per esprimere gli esiti di un’analisi ormai consapevole e strutturata, in cui è centrale la “poetica della ricerca di identità”.
Nel mio lavoro cerco spesso di trasportare lo spettatore in una dimensione irreale, indefinita.
La via che cerco di indicare è quella della riscoperta della “meraviglia”, attraverso la costante esplorazione di sè stessi e dell’“altro da sè”; della volontà di andare oltre lo stato apparente delle cose, della consapevolezza che spesso lo “straordinario” si nasconde nell’“ordinario”; della riappropriazione dello spazio della riflessione, dell’immaginazione e del sogno. Quello spazio sospeso in cui le cose non sono quello che sono ma diventano piccoli mondi modulabili.
É l’interiorità che mi interessa, il dna emotivo dell’umanità; la complessa stratificazione di pensiero e sentimento che regola i rapporti tra le persone, tra le persone e i luoghi, e ne determina la storia; e l’interiorità non può essere descritta, può solo essere evocata.