Biografia
Da sempre le bambole suscitano grande attrazione sociale, culturale e commerciale.
Le cause di tale fascinazione sono in gran parte riconducibili al loro statuto ambiguo, a metà tra forme “umanizzate” e oggetti di produzione seriale, privi di qualunque umanità. Molti artisti, specialmente nel periodo surrealista, si sono interessati a bambole e manichini.
L’attrazione verso la bambola muove anche le opere di Beatrice Alegiani, in cui a far da protagonista è un particolare modello giapponese, la bambola kokeshi. Beatrice ne richiama in particolare l’estetica Kawaii, termine che allude a tutto ciò che appartiene alla sfera infantile nelle sue forme ingenue ma al contempo maliziose. L’artista anima le sue Kokeshi Dolls attribuendo loro sembianze di amici e conoscenti o personaggi degni di ammirazione. Attraverso questa pratica di “personalizzazione”, la bambola si trasforma qui da oggetto inanimato in contenitore d’identità, strumento per una differenziazione soggettiva. Questi gadget di rappresentanza culturale, e quindi commerciale, diventano dunque strumenti per una più ampia riflessione alla ricerca di una indispensabile ricostruzione identitaria.
Daniela Cotimbo