Biografia
Carlo D'Orta, Firenze, 1955. Artista, Fotografia e Installazioni. Vive e lavora a Roma.
Viaggiatore e fotografo da oltre 40 anni, negli anni 2003-2012 frequenta corsi avanzati di pittura nell’ambito della Rome University of Fine Arts (RUFA) e un Master in fotografia allo IED di Milano. La sua visione fotografica subisce una completa trasformazione. Abbandona l’approccio documentario e cerca scatti tendenti verso l’astrazione, o venati da una visione metafisico/surrealista. La sensibilità cromatica maturata anche durante il percorso formativo dà alle sue fotografie una forte caratterizzazione pittorica, frutto talvolta anche di limitati interventi in post-produzione su luci e colori.
Privilegia l’architettura - concentrandosi sulla decontestualizzazione dei particolari e sulle deformazioni prodotte dai riflessi – e la danza.
All’architettura dedica dapprima le serie “Berlino: il Bianco, il Grigio, la Luce” e “Vibrazioni” (nella quale appare evidente l’influsso della visione futurista), e successivamente, dal 2012, le serie “Biocities” e “Geometrie Still Life” (ove invece è forte la reminiscenza di cubismo, costruttivismo e movimento color fields). Nel 2013 avvia inoltre la serie “(Re)FineArt”, improntata ad una visione metafisica delle architetture di grandi complessi industriali e il cui titolo è un voluto e provocatorio gioco di parole, che unisce il concetto di arte con quello di una delle produzioni più inquinanti qual è la raffinazione.
Alla danza si avvicina invece in occasione della sua esperienza di componente, nel triennio 2012-2015, del Consiglio di Amministrazione dell’Accademia Nazionale di Danza. Nasce qui la serie fotografica “Liquidance”, ove pure l’attenzione è spesso rivolta a particolari decontestualizzati, ombre, vibrazioni del movimento.
Nell’ultimo biennio la ricerca conosce ulteriori forti evoluzioni approdando alla serie denominata “(S)Composizioni”. Qui, sfruttando particolari prospettive di scatto e la compressione prospettica dello zoom, trasforma paesaggi di architettura contemporanea in geometrie astratte nelle quali profondità e tridimensionalità spesso svaniscono del tutto. Ma poi, usando i frammenti geometrici che compongono queste fotografie, realizza installazioni in plexiglass e sculture in vetro nelle quali recupera, ma reintepretandola, la tridimensionalità del luogo architettonico originario. Dunque un percorso che parte dalla tridimensionalità architettonica per approdare alla bidimensionalità di una fotografia astratta geometrica, per tornare poi di nuovo alla tridimensionalità di installazioni e scultura formate dagli stessi elementi geometrici che componevano la fotografia.
Questa serie ha anche un doppio significato concettuale, in quanto metafora della capacità dell’uomo di modificare l’ambiente, ma anche della continua evoluzione della personalità di ciascuno di noi attraverso scomposizioni e ricomposizioni delle nostre emozioni ed esperienze. Si tratta dunque di un circuito concettuale nel quale emergono forse reminiscenze di artisti come Malevic, Mondrian, El Lissitsky, Rothko, Peter Halley, ma anche delle ricerche psichiatriche di Freud, Jung e altri.
Dal 2009 ha esposto i suoi lavori in numerose mostre personali presso gallerie private e istituzioni pubbliche in Italia e Germania. Nel 2013 ha tenuto la sua prima mostra personale (Biologia dell’Inorganico) in un museo di arte contemporanea (Spoleto, PG, Italia). Nel 2015 l’Officina delle Zattere di Venezia ha ospitato, accanto al Padiglione del Guatemala alla Biennale d’Arte, la sua mostra personale Beyond the Lens.
Ha vinto o è stato selezionato in diversi premi. Sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche tra cui Museo di AC Palazzo Collicola (Spoleto), Banca d’Italia, Camera Deputati, Architektenkammer Baden-Wurttemberg, IIC a New York, Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano, e altre.
Negli anni 2015-2016 i suoi progetti fotografici "(S)Composizioni", "Liquidance" e "Vibrazioni" sono stati selezionati dal Fondo Malerba Fotografia per l'inserimento nell'Archivio FMB, finalizzato a raccogliere progetti di rilievo della fotografia italiana dal 2001 in poi.
Sue interviste sono state pubblicate dalle riviste d’arte Artitude, ArToday e Aperitivo Illustrato e sulla rivista Freccia di Trenitalia.