Biografia

Kant, nella Critica della Ragione Pura, ci indica che nessuno può conoscere com’era la realtà prima di ‘immaginarla’ e quindi non si può sapere com’è in sé stessa.

La mia lettura dei segni non vuole cogliere le relazioni tra dimensioni, prospettiva o riconoscimento topografico, fatti, luce o colore. Uso la fotografia come ricerca del rapporto tra visibile e invisibile, del significato nascosto nell’immagine che, appare sulla pellicola fotografica prima ed emerge sul foglio di carta bianca poi; metafora dell’intelletto come spazio vuoto riempito dall’esperienza. È l’elaborazione che appare dal e del vuoto. Essa non ha significato in sé, se non inteso come nodo tra le esperienze precedenti e quelle successive.