Biografia
... Arte figurativa, certo. Nelle composizioni si sente un legame pulsante con la pittura del Quattrocento fiammingo e del Rinascimento fiorentino, e ancor più con l’Impressionismo della seconda metà dell’Ottocento e del primo Novecento: non imitati ma attualizzati, filtrati dalla consapevolezza del nostro tempo e caricati d’emozioni profonde.
I paesaggi non sono soltanto raffigurazioni di luoghi: si avverte il calore del primo sole di primavera, la pioggia che bagna i terreni e le coscienze, il vento cui si vorrebbe far disperdere pensieri troppo pesanti per restare nel chiuso del cuore. L’interiorità della persona resta al centro della composizione, anche quando non vi sono umani raffigurati.
Del resto, Curtarello è così: autodidatta curioso e libero del sapere umanistico, virtuoso della tecnica, insofferente a ogni regola di cui non riconosce la validità intrinseca, culturalmente anarchico.
Un poeta visivo, in un certo senso.
Giulio Carloni (giornalista)