Biografia
LIBER Vittorio Venturini
Nato il 30 agosto del '74, diplomato all'istituto tecnico commerciale "Beltrami", non ho una formazione accademica in campo artistico, ma ho sempre coltivato la passione per l'arte in genere, sia per la pittura, che per la musica (chitarra classica, borsa di studio per autore e compositore alla scuola di Mogol)
Liber è il nome d'arte che ho scelto in coerenza con il materiale che utilizzo per realizzare le mie opere: I LIBRI.
L'essenza del mio lavoro è liberare i libri dalle parole ovvero: trasformare lo strumento della comunicazione per eccellenza, almeno così è stato per secoli, nel soggetto della comunicazione. Nel produrre le mie opere utilizzo scarti di produzione con l'idea di elevarli ad opera d'arte.
La mia è una ricerca artistica piuttosto curiosa, non è una tecnica solo pittorica, è una rielaborazione di materiali cartacei del tutto personale, frutto di esperienze e conoscenze tecniche, ma anche di visioni e concetti che ho voluto esprimere attraverso il mio linguaggio. E' una ricerca cominciata nel 2010 intrapresa per il piacere personale di esprimermi, che oggi sto portando avanti in un progetto artistico meglio definito, alla cui base rimane la curiosità e la sfida nello sperimentare tecniche nuove.
La mia provocazione artistica è amputare i libri di parole e immagini, libri scarto di produzione ben s'intenda, affinché diventino opere per riaffermare il loro valore. Mi spiego meglio: nelle mie opere il libro viene tagliato ed immerso in resina bollente, così che guardandolo in sezione attraverso la trasparenza della tavoletta, parole e immagini in esso contenute diventano l'elemento pittorico e l'elemento grafico dell'opera. Le parole non comunicano più attraverso il senso etimologico, ma per la forma ed il colore unite alla materia della carta. Il libro non racconta più la storia che è stampata al suo interno, ma comunica se stesso: una specie di sacrificio fisico per farlo nuovo, non solo nella forma, ma anche nello spirito in quanto racconta la sua personale storia.
Un'altra provocazione è legata alla scelta di utilizzare solo materiali di risulta: cos'è scarto, cos'è non conforme... solo una convenzione stabilita dal mercato! Io credo sia una grande opportunità e con il mio lavoro voglio dimostrare che lo "scarto" può essere elevato ad arte.
Liber è anche un progetto che pone al centro il rapporta tra industria e arte, per ripensare in maniera creativa alcuni aspetti di un processo produttivo industriale che per sua natura prevede scarti. La provocazione è di non vederli solo come elementi da smaltire o riciclare per trarne profitto, ma riutilizzarli e creare un altro tipo di valore, che comunque non esclude il primo. Lo scarto industriale diventa così risorsa per i creativi, non va distrutto per riprodurlo di nuovo, ma fatto rivivere per ciò che è, così che alimenti il bellissimo gioco di fare nuove le cose.