Angelo Crazyone
Blue and Joy
Dario arcidiacono
Eloisa Gobbo
Fidia Falaschetti
Giacomo Spazio
Giordano curreri
Massimo Giacon
Michael Rotondi
Samuel Sanfilippo
Tiziano Soro
a cura di Ivan Quaroni
a Milano dal 12 maggio al 30 giugno 2011
Vernissage alle ore 19:00
Dall’epoca di Verga ai giorni nostri, le peculiarità di Milano sono rimaste invariate. Il suo carattere, insieme austero e accattivante, ha conquistato il cuore di molti artisti che qui hanno trovato fortuna. “Milano è una città che sfugge alle semplificazioni immediate e chiede tempo e perspicacia”, come ha affermato l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi, “per essere conosciuta e amata”.
Crocevia di popoli e culture e laboratorio creativo della metropoli postmoderna, il capoluogo lombardo ha dato ospitalità a una moltitudine di artisti. Basti pensare a quelli che, in epoche diverse, si sono succeduti tra le bianche piastrelle del Bar Jamaica, da Gianni Dova e Roberto Crippa a Bruno Cassinari ed Ennio Morlotti, fino a Lucio Fontana, Valerio Adami e ai poeti Giuseppe Ungaretti e Salvatore Quasimodo.
Oggi, una nuova schiera undici artisti - nativi, residenti o semplicemente di passaggio - interpretano in chiave pop la città del biscione, che Eugenio Montale aveva definiva come “un enorme conglomerato di eremiti”, la capitale morale del paese che, alle soglie dell’Expo 2015, ha l’opportunità unica di ridisegnare non solo la propria fisionomia urbanistica, ma anche la propria identità culturale.
Gli artisti chiamati a dare il proprio contributo visivo ad una nuova rappresentazione di Milano sono, come da tradizione, in gran provenienti da ogni parte d’Italia. Dalla Sicilia arrivano, infatti, Dario Arcidiacono, Samuel Sanfilippo e Crazyone; da Padova, Massimo Giacon ed Eloisa Gobbo; da Livorno, Michael Rotondi; da Genova, Giordano Curreri; dalla provincia Anconetana, Fidia Falaschetti; da Roma Daniele Sigalot dei Blue & Joy; mentre l’altro componente del duo, Fabio La Fauci, è milanese, come Giacomo Spazio e Tiziano Soro.
Come ha affermato Tommaso Labranca in una recente intervista, “per essere un vero milanese non serve il pedigree con generazioni di meneghini alle spalle. Serve solo capire che questa non è la città dell’esibizione, tutt’altro. E che i bauscia vengono dalla limitrofa Brianza”
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