Plasma 09
Exhibitions, Italy, Roma, 09 July 2009
collective exhibition
Contemporanea gallery
Roma, vicolo Sugarelli n.6

artisti/artists

JARA MARZULLI_LARA PACILIO_VANESSA PALOMBA_LUCA BIDOLI
TINA SGRO'_MAIMUNA FEROZE-NANA_SABRINA MARCONI


Contemporanea inaugura una selezione di artisti che formano una collettiva
organica sulla linea curatoriale della nuova galleria romana. I sette autori, su cui lo spazio
intende puntare nella prossima stagione espositiva, portano in mostra delle opere
esemplificative della propria ricerca, mostrando i loro tratti peculiari di riconoscibilità, ma allo
stesso tempo riuscendo a ricostruire un corpus armonico.
L'esposizione, prende a prestito un
termine fisico, “Plasma 09”,che identifica un gas ionizzato, globalmente neutro ma costituito da particelle
cariche. Questo coesistere di una stabilità totale formata da sotto-impulsi, stimoli e frenesie
interne, è preso come metafora per rappresentare il sistema creativo dell'arte contemporanea:
una globalità formata dai fermenti continui e autonomi degli artisti.
Tutti i nomi invitati si muovono in campo pittorico facendo proprie alcune delle sperimentazioni
europee che si stanno affacciando in questo campo, dal ritorno di una pittura fortemente
simbolica, a ricerche che fanno proprie strutture dell'arte scultorea e installativa.

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LUCA BIDOLI ci parla del meccanismo di supremazia insito nell'uomo rispetto agli altri esseri
viventi prendendo come simbolo quello del cane, che compare in modo ossessivo e sempre in
primo piano. Scelto soprattutto per la sua vicinanza all'uomo in un meccanismo di quotidianità,
viene dipinto in un sistema di comparazione con oggetti di uso comune, come pantofole e
poltrone, assimilandolo nello stesso schema di utilità verso l'uomo e senza conferirgli una
propria autonomia. Questa riflessione viene comunque smorzata dalle tonalità quasi pop dei
dipinti per non diventare polemica.
MAIMUNA FEROZE-NANA scolpisce con la stoffa dei personaggi che sembrano marionette, ma
che a una seconda occhiata si notano essere donne incompiute dai tratti del viso appena
accennati con piccoli interventi pittorici e da un segno rosso in fronte che simboleggia la loro
creatività repressa. Il loro corpo è mal ricavato dai tessuti e dalle cuciture e sembra distorto e
sghembo. Vengono poi collegate a piccoli oggetti abbandonati che l'artista recupera per strada
e che abbina alle sue bambole di fatto dedicate alle memorie di donne che hanno subito
abbandoni più gravi da parte dei diritti civili e del sostegno delle loro famiglie.
JARA MARZULLI mette in posa personaggi sopratutto femminili su una scenografia neutra e ne
dipinge dei ritratti realistici che risaltano come in controluce sullo sfondo estremamente chiaro
e monocromo. La figura ha in questo modo uno sbalzo in avanti che la avvicina a chi guarda la
tela con un coinvolgimento completato dal realismo dei soggetti e dalle dimensioni quasi
naturali dell'opera. Il pubblico è chiamato a far parte di una composizione dove i protagonisti
sono l'elemento umano e il suo dolore, rappresentato da ferite coperte di garze, cuciture nella
pelle, sottili strisce di sangue, e uno sguardo diretto, disarmato e disilluso.
LARA PACILIO crea delle pitto-sculture dove l'elemento dipinto femminile viene fuso con legno e
ferro e se ne tira fuori con uno sforzo sofferto, in un distacco dalla materia per diventare
elemento spirituale. Il corpo delle sue protagoniste è quasi sempre, infatti, di un bianco
candido e fatiscente, puro eppure contorto nella fatica dell'emanciparsi dal materiale pesante
da cui sembra nascere. Si tratta ovviamente di una riflessione sul disagio femminile, sul
contrasto tra una parità accordata di tipo materialista e la tendenza naturale della donna a una
riflessività emotiva ed emozionale.
VANESSA PALOMBA dipinge strutture figurative create con un realismo essenziale e minimale,
spesso improntato su un solo particolare con una visione “tagliata” che scarta ogni elemento di
contestualizzazione. In questo modo ottiene una concentrazione totale sulle tematiche, tra cui
quella “portare”, nel senso più lato e metaforico del termine, spesso e volentieri anche con il
significato di “tras-portare”. Infatti realizza opere che simboleggiano il carico di emotività, di
responsabilità e di fatica dell'esistenza umana, come peso invisibile ma onnipresente, non
sempre negativo, ma da cui non è possibile prescindere.
TINA SGRO' dipinge interni in cui la luce è distribuita in modo parsimonioso e i mobili stanno
vicini l'uno all'altro in un ambiente quasi soffocante, stratificato sotto la polvere, dove il senso
del vissuto è cristallizzato come nei magazzini di un museo. L'arredamento è una
testimonianza che è stata abbandonata dall'elemento umano e vive in una trascuratezza
appesantita dai toni scuri, dai cromatismi color mogano, da una sensazione di nostalgia
oppressiva e a tratti disperati che in questa mancanza non fa presupporre ritorno, ma quasi
un'estinzione di una biologia umana così fragile a confronto di tutto quello di cui si serve.
SABRINA MARCONI crea delle tecniche miste su sughero dove la pittura si mischia al collage e
dove parole prese dai giornali si mischiano a un colore bianco che cola sull'opera e l'avvolge
creando uno strato che nasconde il resto come rivestendolo. Questa tabula rasa che viene fatta
di un quadro composto principalmente di sughero, materia isolante per eccellenza, crea un
azzeramento di un tipo di comunicazione che viene ormai vista come troppo autoreferenziale,
poco partecipe del mondo reale, e che quindi necessita che uno strato di purezza e di
autenticità la ripulisca.


Inaugurazione giovedì 9 luglio ore 19.00
Testo critico a cura di/critical text by
Carolina Lio


orari di apertura/opening:
martedi-venerdi 16:00 - 20:00
sabato 10:00 - 13:00 , 16:00 - 20:00
http://www.contemporanearoma.org/
e-mail: info@contemporanearoma.org
+393469044555


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