Carlo, prima di tutto, vorrei che illustrassi il tuo percorso artistico.
Il mio percorso artistico non può definirsi ortodosso, nel senso che non ho acquisito formazione artistica presso “Accademie”.
Da ragazzo ho frequentato laboratori di bravi maestri, come Cacciopuoti, Adamo, dai quali ho appreso l’uso dei materiali, affinando la mia sensibilità artistica.
Fondamentale è stato poi il sodalizio culturale a Cannobio, sul Lago Maggiore, nei primi degli anni ‘80, con artisti dell’Accademia di Brera, Giorgio Ferrari, Donatella Berra, e con Tony Costa, pittore australiano di Sydney, con i quali ho partecipato a mostre anche in Svizzera, Germania ed Austria, proponendo lavori a volte con linguaggio trasgressivo ma sempre con la voglia di comunicare arte e cultura.
Da quando vivo a Napoli, le mie esperienze artistiche sono del tutto autonome: cerco di subire quanto meno possibili influenze che non sono in sintonia con la mia espressività, spaziando liberamente dall’espressionismo geometrico, all’ espressionismo astratto ed all’espressionismo puro, con forme di sperimentazione a volte proprie dell’arte contemporanea.
Quindi, possiamo affermare che l’arte che esprimi è insita nel tuo IO?
Ho sempre avuto una tensione interna che mi porta a produrre qualcosa.
Non so se il mio IO si esprima solo con l’arte o se l’arte è solo una forma di espressione del mio IO. Sembra che il mio IO segua molti percorsi, anche non artistici.
Ma forse c’è in tutto quel che faccio un minimo comune denominatore:la vitalità.
Osservando le tue opere ho constatato che è sempre messa in evidenza la dicotomia tra l’essere e il divenire e il percorso che delimita in senso relativistico, lo spazio-tempo. Tutto questo, scaturisce da una tua interpretazione della realtà che viviamo o dalle scoperte della strana realtà che ci mostra la meccanica quantistica?
La realtà che viviamo e quella che osserviamo è sempre permeata da opposti o meglio da opposti equilibri. La staticità, il tempo fermo rappresentano il non essere. L’incontro scontro tra forze contrarie crea il divenire, riempiendo gli spazi vuoti di cui è composta la nostra realtà interna ed esterna. Il divenire è quindi la realtà dell’essere perché senza divenire ci sarebbe una realtà uguale a se stessa, cristallizzata ed immutabile, un semplice blocco monumentale privo di energia vitale. Il divenire crea l’essere, lo spazio ed il tempo, insomma tutta la realtà che percepiamo e nella quale temporalmente esistiamo. È la risultanza dell’equilibrio scaturente da opposti equilibri che se non coesistessero, sarebbero ciascuno equilibri statici e quindi luoghi del non essere. D’altronde se non vi fossero equilibri, vigerebbe solo il Caos.
Queste forze poi interagiscono tra loro creando nuove realtà.
La fisica quantistica ci spiega in modo scientifico alcuni fenomeni ma la speculazione può aiutarci a capire.
Le mie opere, in particolare, traggono origine da speculazioni più che dallo studio della meccanica quantistica che pure esercita su di me un vivo interesse.
Quale tipo d’emozione provi nel vedere tante persone che osservano le tue opere?
Emozioni intense e positive, soprattutto se le persone le osservano non solo con curiosità direi estetica, ma anche con profondità.
Provo piacere quando qualcuno è interessato a chiedermi il significato delle opere.
“Energie astratte” rappresenta un’evoluzione delle tue precedenti performance?
Certamente, anche se vi è continuità con le precedenti esperienze: la ricerca, nuove frontiere.
Quindi, “Energie astratte” è una fase del tuo percorso artistico e non un punto d’arrivo?
Spero proprio che non sia un punto d’arrivo, perché altrimenti smetterei di esprimermi. Per me è fondamentale avere stimoli nuovi e vivere percorsi creativi diversi.
Pensi che i tuoi quadri possano essere d’aiuto per intravedere e rappresentare una realtà migliore di quella che viviamo ogni giorno?
Con i miei lavori cerco di provocare domande e di far riflettere su tematiche impegnative come quella sugli opposti equilibri, sugli spazi, sul tempo, sulle particelle, sull’”Io– fibre/monadi”, sulle energie vitali, sulla metamorfosi e su altre cose. Queste riflessioni possono farci capire che non dobbiamo prendere troppo sul serio fattori contingenti ma tendere a valori veri. Quindi, in tal senso possono essere considerati lavori che portano alla positività, anche se non hanno la pretesa di cambiare il mondo o la gente.
Le energie che rappresenti sono quelle che danno origine al Tutto, oppure sono da queste generate?
Le energie creano la realtà stessa che percepiamo. Le energie sono la realtà che riempie gli spazi vuoti del non essere. Se fossero generate dal Tutto significherebbe che il Tutto ha in sé energie e quindi sarebbe composto da energie. Il Tutto è fatto di una realtà di vortici di energia nei quali gli elementi corporei ed incorporei entrano ed escono e viceversa creando altri vortici altre energie ed altre realtà.
Quindi, nella tua visione, è Dio a generare le energie, oppure Dio è l’energia o è generato dalle energie?
A domanda difficile, risposta difficile. Se Dio fosse generato da energie, le energie sarebbero Dio. Se le energie creassero Dio allora Dio non sarebbe il Creatore. Se Dio/Creatore è l’energia significa che la realtà è una continua creazione di energie, infinite, immense ed eterne e quindi non vi può essere un unico momento creativo. Se vi fosse solo un unico momento creativo, prima di quel momento ci sarebbe staticità - assenza di energie e quindi il non essere - il non divenire che non può generare se non il nulla. Insomma, non si sarebbe mai generato qualcosa se non vi fosse un Dio energia che crea continuamente.
Le due prime opere (in ordine numerico) di “Energie astratte” sono denominate “Modulazione lirica n°1 e n°2. Pensi di continuare ad estrarre le emozioni da testi scritti per tradurle in opere pittoriche, oppure si tratta di un esperimento a se stante?
Alcune liriche mi producono forti emozioni, soprattutto se sono espressioni di sensibilità suprema. È per me una vera gioia lasciarmi portare dalle loro vibrazioni ed elaborare con il loro impulso dei lavori di arte visuale. Certamente è un’esperienza che vorrò ripetere. Attendo altre onde emozionali.
Riesci a prevedere la tua prossima mostra su quale tema si svilupperà?
Non ancora ma certamente verterà su tematiche che comunque coinvolgono la nostra esistenza. Attendo che la tensione creativa cresca. Sarà poi la “mano” a fare il resto.
Ti auguro sempre più grandi successi!
Grazie di cuore.
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