Precious pictorial "fragments" that pour over the field very intense chromatic signals capable of representing a real writing of details that sinks its origin into themes of great poetic depth. The lyric of color as a symbol of the word and therefore of the story is consumed between tonal crossings, hidden transparencies and imaginary moorings. It is the journey. Endless and meditated by this artist.Scrive di lei Marcello Carlino, Università La Sapienza di Roma… Mariangela Calabrese addensa i rossi e li vira sul marrone e mixa adoperando il verde. L’aria e l’acqua, nondimeno, rimangono dominanti; e tutto è riportato all’azzurro e tutto dall’azzurro parte per tornarvi: un azzurro ora più forte e denso, ora diluito e sbiancato fino all’evanescenza: un azzurro comunque. La semantica dell’azzurro dell’aria e dell’acqua dice tanto, insieme: dice di una condizione cangiante e plurima che non ha termine, dice di una trasmutazione ininterrotta in cui trova regola qualunque esistenza, dice dell’origine della vita che nasce dall’acqua, dice di una leggerezza che si fa volo, dice di un politonalismo che è potenzialità di accordatura armonica ed è voluta prossimità a partiture atonali, dice di una ariosità e di una acquosità della pittura che ambisce così a conoscere tutte le diramazioni e non solo la via maestra, ad esplorare tutti gli interstizi penetrandovi con la sua strumentazione polisensa, a suggerire il movimento e la sua profonda necessità antropologico-umana…... The informal of Mariangela Calabrese - writes Rocco Zani, art critic - his pictorial rebirth - is conquest and lavacro, it is tears and fatigue, in fact, it is a cannibalistic dimension or a generous and bare side on the breath. As if the poetry of color ("is the bridge color" suggests Marcello Carlino) devouring the "internal rivalries" of the form supporting a new and therefore unprecedented posture. It alone indicated the energy - and the glitter -, the breath, the substance. Here, we must pause on the chapters of the epilogue - or of the present - to define its weight and to scrutinize its passage. The most recent pictorial translation of Mariangela Calabrese is in the epiphanic conscience of color, in the unusual timbres, in the smoothness of the whites and the gold. The one that has redesigned the body and the face - the familiar courtyard, I would say - assuring however its essence. In the boarding of violet and cadmium, in the subtraction of blue ...
Precious pictorial "fragments" that pour over the field very intense chromatic signals capable of representing a real writing of details that sinks its origin into themes of great poetic depth. The lyric of color as a symbol of the word and therefore of the story is consumed between tonal crossings, hidden transparencies and imaginary moorings. It is the journey. Endless and meditated by this artist.Scrive di lei Marcello Carlino, Università La Sapienza di Roma… Mariangela Calabrese addensa i rossi e li vira sul marrone e mixa adoperando il verde. L’aria e l’acqua, nondimeno, rimangono dominanti; e tutto è riportato all’azzurro e tutto dall’azzurro parte per tornarvi: un azzurro ora più forte e denso, ora diluito e sbiancato fino all’evanescenza: un azzurro comunque. La semantica dell’azzurro dell’aria e dell’acqua dice tanto, insieme: dice di una condizione cangiante e plurima che non ha termine, dice di una trasmutazione ininterrotta in cui trova regola qualunque esistenza, dice dell’origine della vita che nasce dall’acqua, dice di una leggerezza che si fa volo, dice di un politonalismo che è potenzialità di accordatura armonica ed è voluta prossimità a partiture atonali, dice di una ariosità e di una acquosità della pittura che ambisce così a conoscere tutte le diramazioni e non solo la via maestra, ad esplorare tutti gli interstizi penetrandovi con la sua strumentazione polisensa, a suggerire il movimento e la sua profonda necessità antropologico-umana…... The informal of Mariangela Calabrese - writes Rocco Zani, art critic - his pictorial rebirth - is conquest and lavacro, it is tears and fatigue, in fact, it is a cannibalistic dimension or a generous and bare side on the breath. As if the poetry of color ("is the bridge color" suggests Marcello Carlino) devouring the "internal rivalries" of the form supporting a new and therefore unprecedented posture. It alone indicated the energy - and the glitter -, the breath, the substance. Here, we must pause on the chapters of the epilogue - or of the present - to define its weight and to scrutinize its passage. The most recent pictorial translation of Mariangela Calabrese is in the epiphanic conscience of color, in the unusual timbres, in the smoothness of the whites and the gold. The one that has redesigned the body and the face - the familiar courtyard, I would say - assuring however its essence. In the boarding of violet and cadmium, in the subtraction of blue ...
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