L’artista Anna Rita Cacciatore, in questa sua delicata opera intitolata “Alba” pare trasformarsi in un prisma.
Infatti una delle grandi rivoluzioni scientifiche che hanno cambiato il nostro modo di rapportarci con il mondo, ha avuto alla sua base un semplicissimo strumento: un pezzo di vetro tagliato e levigato in modo che un raggio di luce, entrandovi da un lato, ne potesse uscire, dall’altro lato, trasformato in un arcobaleno colorato.
La diffrazione della luce e il gioco di colori nei cristalli sfaccettati erano noti da secoli ed erano stati interpretati con teorie diverse, ma inesatte e non corrispondenti alla realtà. Fu Newton che, attraverso i suoi studi e i suoi esperimenti con i prismi e i raggi solari studiò, comprese e dimostrò che i colori sono una costituente fisica della luce.
A partire da quel momento si capì che quello che si era visto fino allora come “luce bianca” era in realtà suddivisibile in elementi più semplici, i colori, i quali ricomponendosi insieme formavano nuovamente la radiazione luminosa bianca.
L’opera “Alba” di Anna Rita Cacciatore si nutre in pieno questi concetti ed interiorizzandoli, li fa propri per narrare la meraviglia della luce e la sua poliedrica capacità espressiva, sapendosi trasformare in avvincenti sfaccettature cromatiche.
È possibile schematizzare la luce con dei raggi che si propagano in linea retta, però alcuni fenomeni ottici, come ad esempio quello dell’interferenza o della diffrazione, sono spiegati solo con un modello ondulatorio della luce.
Anna Rita Cacciatore attraversa tutti questi percorsi per narrare l’origine, la nascita, l’alba appunto, intrisa di forza creatrice, calda, avvolgente e ricca di colori.
Una forza creatrice e genitrice che nasce dalla propria interiorità e che utilizza l’arte pittorica per ricollegarsi ad una più vasta e ampia dimensione, verrebbe da dire per ricollegarsi all’universo intero.
L’artista riunisce in sè tutti i propri mondi ed esattamente, come se fosse lei stessa un prisma, attraversato da un fascio di luce, li emette all’esterno e li racconta attraverso fasci di luce colorati, armonici e densi di significati e di intenzioni.
Onde colorate di luce che racchiudono la vita ed il suo inizio e che aspirano contemporaneamente ad una totalità circoscrivibile ed intuibile che sia in grado di spiegare e di riunire il tutto in un tutto unico.
Nell’opera “Alba” si nota una predominanza di colori caldi, quali il rosso, l’arancione e il marrone che rappresentano la zona empirica, il legame con la Terra, forse anche con la Puglia che è la terra di origine dell’artista, fino a convergere in linee più chiare e sfumate, con colori azzurro, giallo e indico.
Dalla terra sembra quasi che Anna Rita Cacciatore aspiri a toccare il cielo, attraverso le sue ondulazioni pittoriche colorate e morbide.
Ma all’interno di un percorso circoscritto e circolare si potrebbe aggiungere che similmente e contemporaneamente Anna Rita, dal cielo intenda ricollegarsi alla terra, in una dimensione capace di andare oltre ogni temporalità e in grado di contenere allo stesso tempo, qualsiasi temporalità.
Una nuova Alba, attraverso la quale rivivere la meraviglia e il fascino dei colori che, al pari di un’ aura, sappia irradiare luce luminosa a chiunque si soffermi davanti a questa opera.
La pittrice Anna Rita Cacciatore di origine pugliese, nata a Gallipoli, risiede attualmente a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna.
E lei stessa definisce così la sua arte: “Punto di partenza della mia riflessione artistica e’ la ‘Natura’ e le forze che essa sprigiona. Il soggetto osservato diventa soltanto un
‘pretesto’ per esplorare al di la’ ,nel suo intimo. Tutto rimanda ad altro e diviene portatore di sensualità ed erotismo. La mia domanda e’: Fermarsi a ciò che vediamo o trovare spunto da questo per cercare di leggere cosa c’e’ dietro?
A mio avviso, il colore svolge un ruolo fondamentale in un’opera d’arte, per la sua grande valenza terapeutica e per la sua capacita’ di attrarre e conquistare l’ osservatore. L’obiettivo finale che mi prefiggo di raggiungere in pittura e’ quello di spiazzare per un attimo l’osservatore, il quale viene attratto inizialmente dal colore ,per esserne poi conquistato ed infine catturato definitivamente. Il ruolo che attribuisco al colore diviene quindi fondamentale, in quanto esso, sembra catturarne la luce e divenirne forma. Mi emozionano moltissimo gli accostamenti cromatici forti ed apparentemente discordanti tra loro, che si ritrovano poi in un’ armonia compositiva finale, dove la forma sembra generata proprio dal colore.
Colore che cattura l’anima traducendo tutto in un’ esperienza spirituale estremamente personale.
Questa e’ la mia arte”.
Words by Rosetta Savelli
17 ottobre 2015
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