a proposito di solitudine dei primi, la melanconia dell'aver superato un limite e non poterlo condividere, un piccolo sorriso al ritorno, il fatto di aver perso una stupidità, acquisito il senso della realtà, non puoi più tornare indietro, ti avevano avvertito che la sapienza è un brutto affare, ti trovi in mezzo ai commerci odierni ne soffri, comincia la pazzia, la morale che non collima col fare. vedo ciò sopra la torre. ps l'arte ci darà le spalle, dice la tela. bei lavori, ciao.
si sono d'accordo con monica zambon, c'è l'hopper che sa condensare una storia in una immagine, ma è stato il tempo e la forza del mito raccontato attraverso altri canali che ce lo hanno reso famigliare e immediato, ma anche collocato nello spazioo e nel tempo. qui mi sembra ci sia più la dimensione atemporale e mitologica, un iperrealismo così sospeso da diventare metafisico
Questo quadro mi ha lasciata a bocca aperta e continuo ad ammirarlo con piacere. Come sempre Letizia riesci a donare eleganza alla tela. Un’altra caratteristica mi colpisce: sembra che l’immagine sia sospesa al di là del tempo, immortale. Complimenti!
allorquando,l'animale sazio di pareti incastonate nell'avorio dell'elefante più antico , volge fiuto e sguardo con asse inclinato verso la corsa ostacolata dall'infisso,ripensando al collare e alla targhetta. Ottimo!
Spettacolo!Dipinto favoloso, davvero metafisico:l'assetto compositivo è giocato su una scansione geometrica dei piani:c'è una perfezione complessiva quasi euclidea e con una cura ,una perizia, nel distribuire la messa in scena secondo una matematica dei volumi, che è magistrale:la linea della schiena del cane è quasi un proseguo della diagonale del quadro ed il tutto è in una sorta di voluto "congelamento" quasi statuario:Complimenti!
...nella torre d'avorio si controlla ciò che vive all'esterno!
la mia curiosità mi spingerebbe a girare la tela appesa al muro per scoprirne il soggetto...
Questo modo di comporre mi ricorda Piero della Francesca: per la la perfezione euclidea, delle geometrie e dei volumi e per una sorta di congelata immanenenza delle forme, di scandita geometrizzazione statica così da poter essere eternata come nella migliore metafisica:al di là del vetro la luce è abbacinante: l'attenzione del cane ,sorta di torre d'avvistamento ,è puntata come un cannone verso un punto imprecisato del nostro campo visivo.(D'avorio è la torre ,perchè preziosa)Complimenti1
Comments 47
la mia curiosità mi spingerebbe a girare la tela appesa al muro per scoprirne il soggetto...
freddo
magnetico
non ho parole...a me ricordi piu' Vettriano, anche se sei molto meglio.....
VOTATO...
il mio ultimo voto per il bellissimo
cane ;) molti complimenti!! ciao.
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