Il limite separa il “dentro” da ciò che “fuori” domanda: “Io sono qui?” Conscience del limite sembra dirci che ogni cosa rimane del suo intero sempre una parte, (fractum): l’inquadratura, la scena, il muro, l’attrice, le mani, i piedi, il martello, i chiodi, e la continuità del tempo. La testa si chiude in ovale e insinua del cerchio il principio e pone l’insaziabile tempo: due “lingua di vitello”, resti sacrificali e parola. Così ogni cosa è in una distanza, (A) la lingua inchiodata, la sinistra, il tramonto, 7chiodi a fermare [tu stai qui], e (B), la frattura del muro, l’est, la nascita dopo il buio della notte, il fiume da attraversare.
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