Bellissimo il commento di Cinzia Corvo , lo condivido pienamente ... le catene che vietano l'accesso alla sofferenza del Cristo , sono anche le catene che a volte vietano la gioia di condividerne il suo amore..
molto bello Giulio, hai eseguito un opera complessa con materiali difficili da lavorare e sei riuscito nell'intento di dare delle emozioni. Splendide le catene che avvolgono l'intera opera e di grande effetto il Cristo crocifisso che ci rivolge le spalle quasi a volerci rimproverare il nostro moderno sistema di vita, il nostro isolarci e cercare solamente il lusso facile sotto qualsiasi forma calpestando ogni valore pur di raggiungerlo. Complimenti, un saluto e buon lavoro.
lo sai che quello è un simbolo fin troppo usato (forse addirittuta logoro); infatti lo rendi poco visibile, con quella rete di plastica che confonde la visione. Un'icona immediatamente riconoscibile, quasi un marchio di fabbrica, in mezzo ad un paesaggio urbano che gli fa sfondo. Un paesaggio che addirittura si vede molto meno della croce. L'attenzione dev'essere tutta centrata sull'icona cristiana. Sempre più ermetico..........
Tra le fitte maglie vedo il mondo, mi osserva alle volte curioso e alle volte distratto, sempre attento però a non scavalcare la catena di recinzione.
Io sono l'operaio senza protezioni arrampicato su dei pali innocenti, senza futuro per poter portare il pane a casa.
Non importa il come, importa il quando.
Non meravigliatevi, sono un povero cristo.
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Io sono l'operaio senza protezioni arrampicato su dei pali innocenti, senza futuro per poter portare il pane a casa.
Non importa il come, importa il quando.
Non meravigliatevi, sono un povero cristo.
Lino
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