TWEEDLEDUM AND TWEEDLEDEE
Il progetto che, dall’analisi di Deleuze (in Logica del senso, 1969) su Alice in Wonderland, s’intitola “Tutto accade alla frontiera- Alice in Wonderland”, è nato un anno fa dalla rilettura del romanzo di Carroll, dall’acquisto del catalogo della mostra organizzata dalla Tate Liverpool in collaborazione con il Mart nel 2012 e dal mio interesse per il saggio del filosofo francese. Nei circa quaranta lavori in cui si articola il progetto ho ripreso la sperimentazione di materiali “poveri”(…cartone, elementi naturali trovati, ritagli, tessuti, carta da regalo non pregiata ecc.) introdotti nelle opere in maniera che questi “oggetti extra- pittorici”, già impiegati nei miei due precedenti progetti (L’arte della memoria e Breaking the silence, 2013) entrino in relazione dialettica con la “sopravvivenza” di quelli più propriamente pittorici e grafici.
“Ma l’inizio di Alice (l’intera prima parte) cerca ancora il segreto degli eventi, e del divenire illimitato che essi implicano, nella profondità della terra, pozzi e tane che si scavano, che si inoltrano in profondità, mescolanza di corpi che si penetrano e coesistono. Nondimeno nella misura in cui si prosegue nel racconto i movimenti di sprofondamento e sotterramento fanno posto a movimenti laterali di slittamento, da sinistra a destra e da destra a sinistra. Gli animali delle profondità diventano secondari, fanno posto a figure di carta, senza spessore. Si direbbe che l’antica profondità si sia dispiegata, sia diventata leggerezza… Gli eventi sono come cristalli, diventano e crescono soltanto per i bordi, sui bordi. In ciò si trova il primo segreto del balbuziente e del mancino: non più sprofondare, ma scivolare in lunghezza in modo tale che la profondità antica non sia più nulla, ridotta al senso inverso della superficie. E’ a forza di scivolare che si passerà dall’altro lato, perché quel lato non è altro che il senso inverso. E se non vi è nulla da vedere dietro il sipario è perché tutto il visibile, o piuttosto tutta la scienza possibile, si trova lungo il sipario, che è sufficiente seguire abbastanza lontano e abbastanza rasente, abbastanza superficialmente, per rovesciarne il dritto, per far sì che la destra diventi sinistra e viceversa. Quindi non le avventure di Alice, bensì un’ avventura: LA SUA ASCESA ALLA SUPERFICIE, LA SUA SCONFESSIONE DELLA FALSA PROFONDITA’, LA SUA SCOPERTA CHE TUTTO ACCADE ALLA FRONTIERA. E’ per questo che Carroll rinuncia al primo titolo previsto: Le avventure sotterranee di Alice. Questo a maggior ragione per Attraverso lo specchio. Qui gli eventi, nella loro differenza con le cose, non sono più cercati nella profondità, ma alla superficie, nel sottile vapore incorporeo che fugge dai corpi, pellicola senza volume che li circonda, specchio che li riflette, scacchiera che li pianifica. Alice non può più sprofondare, libera il suo doppio incorporeo. E’ seguendo la frontiera, procedendo lungo la superficie, che si passa dai corpi all’ incorporeo”.
Gilles Deleuze, Logica del senso, Universale Economica Feltrinelli, 2005
LINK DEL PROGETTO:
http://www.premioceleste.it/portfolios/idu:51267/idn:5717/
TWEEDLEDUM AND TWEEDLEDEE, inchiostro su carta, 33x24, 2013,
tavola dal progetto TUTTO ACCADE ALLA FRONTIERA- ALICE IN WONDERLAND (2013)
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