Dove sei ?
Quando le persone che abbiamo amato muoiono, noi ci disperiamo perchè non riusciamo più a vederle ma loro sono lì, accanto a noi. Il gatto, animale enigmatico ed esoterico, rappresenta appunto lo spirito, l’anima di chi ha lasciato la vita e che si stupisce di tanto clamore, sconforto, dolore.
Il concetto viene trattato con uno stile figurativo ma nulla è reale.
Non è reale il cielo tempestoso, con quella nuvola che richiama la forma di un gabbiano (ulteriore rimando all’anima).
Non sono reali la tenda agitata dal vento che ricorda una vela nè il telo, su cui la donna è rannicchiata, che richiama il mare in burrasca.
Non è reale l’incarnato livido della donna che ci appare come una naufraga che ha perso la rotta ormai senza speranza.
E non è reale neppure il gatto che, con quell’espressione sbigottita, quasi buffa, ci vuole suggerire l’inutilità di tanta disperazione.
L’opera viene presentata con un mucchio di bigliettini turchesi (9x9) buttati a terra, riportanti ognuno la scritta (a mano) “dove sei?” per rafforzare il concetto della ripetitività della disperazione (ogni giorno ti svegli e lo strazio si ripresenta).
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