Section#1 Artcore, 2013, wall painting - Bari
Partendo da una sua stessa defnizione, “restituire alla forma il disegno che l'ha creata”, nei suoi interventi sitespecifc
l'artista disegna sullo spazio le linee del progetto architettonico, sovrapponendo la genesi del luogo alla
sua funzione e creando una linea di continuità ideale tra lo spazio in sé e tutto quello che può rappresentare
nell'arco temporale della sua esistenza. Questa operazione, da un lato rivendica la presenza dello spazio
indipendentemente dall'uso che ne viene fatto, dall'altro dà per scontata una certa fragilità del suo ruolo, il fatto
che ogni struttura, in questo caso la galleria stessa, passi da un uso all'altro, da appartamento a galleria, da
galleria a contenitore di altre attività. Il senso che viene dato alle cose, quindi, è precario, soprattutto in un'epoca
contemporanea dove la velocità delle azioni si abbina a una velocità di cambiamento di prospettive, a un
adattamento forzato a nuove impellenti esigenze e alla ridefnizione di valori, idee, posizioni. Persino le cose più
stabili, le architetture, le costruzioni, perdono di “fermezza” e incorrono in continue ridefnizioni. Le strisce nere di
Carlo Colli che ne marcano i contorni, cercano in qualche modo di ricordare l'esistenza di una forma che fa da
punto zero, senza pretendere di fermare la macchina divoratrice della contemporaneità. Anzi, nella serie “Post”
le viene incontro, preparando dei lavori su carta pensati per un uso mobile. Carte ripiegate, con le pieghe
evidenziate da strisce nere che ne sottolineano il continuo essere riposte e poi ri-esposte, stanno nei loro
contenitori fnché non vengono ri-affsse, ogni volta dispiegando al pubblico le proprie pieghe come fossero
ferite, e senza nascondere il fatto che in qualche modo si tratta di opere riciclate a nuovi usi, già esposte
precedentemente, con segni di precedenti chiodi e di precedenti esposizioni. La carta ha una sua memoria e
una sua stanchezza, nonostante questo non sia da intendere in un senso negativamente critico. E' più una
testimonianza di un dialogo tra il concetto di arte e l'epoca liquida e di come bidimensionale e tridimensionale si
vadano a ridefnire tra di loro restando al passo di un mondo attuale che richiede un'elasticità estrema, un
adattamento continuo, un riciclaggio anche dell'arte che deve in qualche modo ridursi per essere adatto. La
pittura di Carlo Colli smette così di cercare di essere un punto fermo per adattarsi a essere un punto mobile, si
confna all'idea delle linee che demarcano quelle pieghe che sono il principale segno del suo uso e usura,
dell'alternanza tra esposizione e riposo, della velocità di fruizione e della conseguente necessità di immediatezza
nell'opera. Nell'alternarsi del bianco-nero, infatti, si raggiunge anche l'estrema sintesi dei cromatismi, delle luci e
delle ombre, in una compressione totale dell'opera.
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