PAV, Parco Arte Vivente - Centro Sperimentale di Arte Contemporanea di Torino

PAV, Parco Arte Vivente - Centro Sperimentale di Arte Contemporanea di Torino

Un territorio di resilienza urbana

Il PAV, Parco Arte Vivente - Centro Sperimentale di Arte Contemporanea è insediato nel territorio di un’area industriale dismessa, uno spazio in tensione verso un’inedita trasformazione. Un parco, non totalmente organizzato con un linguaggio formale, strutturato e definito dalla la processualità del vivente: piante, animali, persone e attraverso le relazioni che si formano tra essi, generando trasformazioni inaspettate e non determinate a priori del paesaggio urbano.

Il progetto del parco fa proprie le sollecitazioni degli artisti, le loro relazioni con l’ambiente, i suoi vincoli e potenzialità, e non ultimo le relazioni con il pubblico e le committenze sociali. Attraverso un sistema partecipativo, il luogo della produzione delle opere e il luogo di esposizione entrando in rapporto fra loro, coincidono. E gli attori, insieme, contribuiscono al processo di costruzione di un frammento di paesaggio urbano. Il Parco si prospetta come un cantiere ininterrotto, un intreccio dialogico di esperienze aperto alle alterità, esattamente come accade nei sistemi viventi della biosfera.
Un luogo che inventa la sua forma nei medesimi tempi del suo divenire, alternando alle esposizioni temporanee installazioni permanenti. Si tratta di un’elaborazione che concentra le prassi artistiche proprie dell’“arte del vivente”, ossia una declinazione delle tendenze contemporanee che nel suo insieme comprende la Bioarte, la Biotech art, l’Arte transgenica e l’Arte cosiddetta ecologica; sperimentazioni che includono materiali organici e inorganici, e dove la vita – con le attuali riflessioni bioetiche sull’uso di determinate pratiche – è indotta anche attraverso mezzi biotecnologici.

In sintesi, per usare un concetto espresso da Nicolas Bourriaud, il PAV si può intendere come “un luogo di negoziazione tra uomini e cose”. Il critico francese introduce dunque la sua idea di Parco d’Arte, un parco d'arte contemporanea inteso come territorio artistico in via di sviluppo e non un contenitore espositivo, ma un modello di sviluppo sostenibile e durevole tra le pratiche artistiche e lo spazio che le produce e le mostra.
L’edificio semi-ipogeo evoca un arcaico rapporto con il sottosuolo, è formato da riporti di terreno che si connettono alla copertura verde. Il suolo si solleva e genera una collina, accessibile al suo interno attraverso una serra in legno che mette in comunicazione l’ingresso dalla piazza pedonale con la corte. Varchi aperti nei fianchi di questa “architettura del suolo” collegano l’interno dell’edificio e la corte con il parco. La modellazione del terreno è realizzata con l’impiego di terre rinforzate e muri cellulari in legno, tecnologie proprie degli interventi di ingegneria naturalistica. La corte interna è uno spazio circoscritto destinato ad accogliere spettacoli, installazioni e attività di laboratorio.
L’edificio, progettato per ottimizzare la qualità energetico-ambientale, secondo i principi degli edifici bioclimatici, con pianta a corona ottagonale sviluppata attorno alla corte centrale, è generato da Bioma, installazione artistica di Piero Gilardi costituita da un percorso di sei moduli finalizzati all’esercizio della libera espressione.
Il paesaggio del Parco è costituito da un prato prevalentemente pianeggiante privo di percorsi tracciati, con aree libere destinate ad ospitare installazioni d’arte permanenti e temporanee. In corrispondenza del fabbricato il prato ha una modellazione naturaliforme accentuata dal terreno in pendenza che collega la parte pianeggiante con il tetto verde. Il prato fiorito forma la superficie di connessione tra diversi ambiti e che caratterizzano lo spazio verde. In determinate stagioni e periodi dell’anno, in relazione agli eventi proposti, sono disegnate superfici con sfalci ad altezze variabili per aumentare il contrasto tra interventi di giardinaggio e la naturalità delle aree circostanti, con lo scopo di definire percorsi e rotte mutevoli, che collegano le installazioni artistiche temporanee e permanenti.

INSTALLAZIONI AMBIENTALI
Tréfle di Dominique Gonzalez-Foerster
La Folie du PAV di Emmanuel Louisgrand
Pedogenesis di Andrea Caretto & Raffaella Spagna
Jardin Mandala, opera del botanico paesaggista Gilles Clément
Corpo vegetale di Felice Gualtieri, Armando Mangone, Maria Luisa Priori
Focolare del Collettivo Terra Terra

Il PAV è un’istituzione museale realizzata dalla città di Torino. Il progetto del PAV è stato promosso dall’associazione acPav: Piero Gilardi, artista ideatore del parco d’arte e direttore artistico, Gianluca Cosmacini architetto paesaggista che ha curato il progetto, Orietta Brombin, artista, responsabile delle attività didattiche e formative, Claudio Cravero, curatore, Giuliana Ponti responsabile degli allestimenti.
Il PAV - Centro Sperimentale di Arte Contemporanea di Torino è aperto dall’ottobre 2008.

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Comments 1

Cat
12 years ago
Cat Photographer
J'aime beaucoup :)

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