Sospesa tra il Cielo e la Terra, la donna aspetta di nascere. Di ri-nascere e ri-generarsi.
C'è un senso continuo di mutamento: la fenice brucia, e sottosta' al sacrificio di immolazione, consapevole che il rosso fulgore delle sue passioni non muore lì con quel sacrificio, ma che anzi è proprio esso che le concede di riacquistare più coscienza di sè e riappropriarsi di quei sogni e quella vitalità che lentamente stavano morendo nell'inadeguatezza di un mondo troppo legato a un'obsolescenza semantica dell'esistere. Sempre più propenso a un inarrestabile senso di evoluzione involutiva. Dove ogni spirito di artistica creazione è ormai un'atavica chimera che fatica sempre più a respirare e a mantenersi in vita.
è come l'Appeso nei tarocchi: L'uomo, la donna in questo caso, fugge dal mondo in un disperato e consapevole senso di inadattabilità e di rinuncia ad esso, e lanciata nel vuoto va alla ricerca della conoscenza. Ma viene bloccata, come in una scatola, dalle corde che la costringono a restare. A sottomettersi alle leggi naturali, con conseguente rinuncia a ogni egoismo.
Ma non demorde. Il tentativo di evasione non si arresta: attraverso le fessure della crepa sul pavimento i capelli della donna che ricadono verticali si innestano in esse e pieni di una loro vita si fanno strada alla ricerca di una via di fuga. Nelle profondità come a voler mettere radici e attraverso esse fuggire via e rinascere. Cosicché entri in una nuova auto-gestazione: per far nascere il nuovo essere.
Una sorta di enigma magrittiano permane e aleggia su quest'opera:"L'appesa" è decisamente sinistra e ammaiante con quelle scarpe da ballerina e la testa praticamente fracassata fra le crepe del muro ed uncinata da due ganci con tiranti fissati sulle pareti:la rotazione dei piani è decisamente bizzarra,fà pensare alle pareti di una astronave o di uno strano cubo mobile dove il pavimento sembra essere a destra come fosse una parete.Qualcosa mi spinge a pensare ad una specie di autoritratto,non sò perchè...E'davvero interessante,complimenti!
Il movimento rotatorio destrorso evidenziato dalla scia dei capelli non lascia dubbi. I legacci sono fermagli per impedire questo movimento rotatorio. La spinta impetuosa di crepe non lascia incertezze.Tutto il colore rosso in movimento , ogni parte del corpo che sfiora la parete rossa si tinge.Tutto la mano ferma con la vera in evidenza, mentre il braccio destro l'amor proprio stringe in un triangolo equilatero a forma cuore. Ottima opera
Una bella parabola - non nel senso della capriola - ma in senso evangelico, una narrazione che prevede un prima e un dopo narrativi, che allargano i significati ben oltre il significante. E dipinta molto bene...
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C'è un senso continuo di mutamento: la fenice brucia, e sottosta' al sacrificio di immolazione, consapevole che il rosso fulgore delle sue passioni non muore lì con quel sacrificio, ma che anzi è proprio esso che le concede di riacquistare più coscienza di sè e riappropriarsi di quei sogni e quella vitalità che lentamente stavano morendo nell'inadeguatezza di un mondo troppo legato a un'obsolescenza semantica dell'esistere. Sempre più propenso a un inarrestabile senso di evoluzione involutiva. Dove ogni spirito di artistica creazione è ormai un'atavica chimera che fatica sempre più a respirare e a mantenersi in vita.
Ma non demorde. Il tentativo di evasione non si arresta: attraverso le fessure della crepa sul pavimento i capelli della donna che ricadono verticali si innestano in esse e pieni di una loro vita si fanno strada alla ricerca di una via di fuga. Nelle profondità come a voler mettere radici e attraverso esse fuggire via e rinascere. Cosicché entri in una nuova auto-gestazione: per far nascere il nuovo essere.
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