Secondo Duchamp non l’abilità tecnica, lavoro soltanto manuale, ma l’atto di scegliere, un’azione mentale, aggiunge valore estetico all’opera. Per Fabrizio Ruggiero l’abilità tecnica può essere un processo molto sofisticato, un’azione mentale molto profonda e lo scarto linguistico che produce una variazione di significato, spesso divertente, all’interno di un idioma, non riguarda le arti visive. La pittura non è fatta di parole, la pittura non ha sonoro e concentrando la consapevolezza nello sguardo, la pittura ne amplifica la sensibilità mediante il segno e il colore. Questi esprimono anche l’indicibile, ciò che non si può dire perché la pittura non ha parola ma ciò che può esprimere giacché la pittura è segno e colore, ciò che manca alla parola. Partendo da quest’idea, F.R. ha utilizzato, di tanto in tanto, le cose di Duchamp come soggetti per affreschi che in questo modo acquistano un senso completamente diverso. F.R. ha raccolto nell’ installazione Boîte-en-valise II, il ritratto ad affresco Marcel Duchamp with piercings, gli studi per la veduta anamorfica di Nu descendant un escalier, celeste! ed il testo " Il cuore dell’arte", sull’origine della parola “arte”.
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