Alien Genesis - PIERROT

Nascita e morte, descrivono un cerchio perfetto che si chiude ermeticamente, per raccontare in infinite capriole, la solitudine irrimediabile di ogni vita, reale o immaginata.

Un luogo dove tutto diventa superfluo e al contempo cruciale.

I due cortometraggi di Clizia Corti, nati da una costola del lavoro da “piccolo demiurgo ultra-terreno” di Francesca Landi, si muovono sue due piani di lettura che corrono paralleli e in più punti, sfondando le barriere della geometria analitica, si intersecano lasciando riaffiorare nuovi significati. Nell’apparente tentativo di svelare aspetti tecnici del processo creativo di quest’ultima, i due filmati, danno vita a un possibile antefatto, a spiazzanti retroscena di una storia senza testo, che va intrecciandosi nella mente di chi guarda.

Due inizi, due incipit, accomunati da un sottile, inquietante, dolore, fatto di passaggi che ci fanno pensare da un lato, in Pierrot, fra siringhe e lattice, all’ambiente asettico di un laboratorio, a qualcosa di artificiale, sintetizzato in assenza di amore; dall’altro, in Porcelain, a un risveglio forzato, al richiamo tirannico di un Bokor, che interrompe un riposo senza fine, fatto di buio e silenzio.

Una nascita e un ritorno alla vita disperati, legati da un sommesso e inutile mormorio di protesta:

- Non ho chiesto di venire al mondo -

-Non ho chiesto di tornarci – .

by Alessandro Pagni
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