“Un’opera è una voce, più opere diventano polifoniche, producendo “vita animata dei sentimenti”.
Così il critico e storico dell’arte Gabriele Romeo, ideatore della Iª Mostra d’Arte Coreutica dal titolo “Relativity of Emotions” promossa da EXPOART e dal Direttore editoriale Carlo Capone, inaugurata a Venezia il 3 febbraio presso la sala più antica del Chiostro Medioevale adiacente l’ex Convento della Chiesa di San Giobbe e che vi permarrà fino al 17 di febbraio, descrive la sua preziosa creatura-evento artistico. Indiscusso evento dell’anno che si propone, con promettenti risultati di buona riuscita e protrazione a lungo termine nel tempo, di andare oltre la funzione meramente nominale del comunissimo evento-mostra, come troppi ormai affastellano il panorama dell’Arte contemporanea, acquistando in pieno titolo ad honorem, la definizione perfetta di “vero e proprio movimento artistico”. Battezzato, per l’occasione: Coreuticarte.
I secoli di storia dell’arte ci insegnano che le migliori correnti artistiche, che hanno fatto la storia dell’arte, sono nate sul campo, con la realizzazione, la creazione, “l’esposizione” delle opere. Basti pensare all’Impressionismo, primo grande vero movimento artistico battezzato dai critici dell’epoca, in sede della prima esposizione di quello che ancora non era un movimento, ma semplice e nuova espressione pittorica dell’anima dell’artista, come “Exposition Impressioniste”, con ciò a voler rimarcare tutta l’accezione negativa del termine “impressione”, che superando brillantemente l’accusa feroce di “incompletezza artistica dell’opera”, diventa un vero e proprio precursore fortunoso dei tempi contemporanei. Anticipato, velatamente con un assaggio di importanti novità, attraverso la rottura con la tradizione della pittura classica, solo dal Romanticismo e dal Realismo. Ma a posteriori riguardando indietro, il momento caratteristico e storicamente definito del concetto rivoluzionario della nuova Arte di rottura si può collocare, appunto, con la nascita del movimento Impressionista. Di quel movimento e quell’Arte che inizia a far discutere. A porre in condizione di dialogo e confronto, anche se tuttavia non sempre a favore, del fruitore in relazione all’artista e alle sue opere controverse e in controtendenza, che andassero “oltre”, rispetto al periodo in cui fossero state realizzate. Il punto di rottura che destabilizza e mette in discussione le certezze ritenute inviolabili fino ad allora. Nonché l’exploit tutto nuovo dell’interpretazione variegata e multi-sensoriale, e non più monolitica, a seconda delle diverse sfumature di sensibilità dei differenti artisti, che a loro modo affrontano, per la prima volta, la rappresentazione sinestetica dell’Arte ognuno a suo modo e con un suo preciso e ineguagliabile stato d’animo. E via via da qui si ramificano, trovando ognuno la sua precisa e fortunosa collocazione nel tempo, tutti i successivi movimenti artistici, che vanno ad aggiungere un tassello interessante e sempre nuovo e propositivo in più, al mosaico che costruisce e ridimensiona ogni volta le fondamenta delle espressioni future dell’Arte contemporanea. E così, senza temere alcun termine di paragone, né di inferiorità e/o superiorità “rispetto a”, si staglia in perfetta rottura con i tempi la Coreuticarte.
Questo nuovo modo di concepire l’Arte nasce dal desiderio di voler rapportare l’artista in condizione di dialogo con gli altri artisti. La Coreuticarte si pone l’obiettivo finale di riabilitare esclusivamente la figura dell’artista e “lo stretto rapporto che ha l’artista-medium con la sua opera d’arte, senza porre alcuna divisione tra le due personificazioni e cercando di individuarne gli sviluppi culturali che stanno alla base del contesto ideativo e sociale nel quale l’artista opera. La ricerca, lo studio e l’analisi dei comportamenti che conducono ogni artista a esprimersi in maniera differente, prediligendo un determinato media rispetto a un altro; indagando e sperimentando nuove forme creative scaturite dall’immaginario individuale, mentalmente stimolanti, così da permettere un nuovo modo di fruire la contemporaneità, una nuova individuazione e classificazione di elementi iconografici figurativi e astratti. Unione e fusione del concetto di sinestesia, relazione e azione dei sensi, nella quale qualsiasi fruitore agirà nell’ambiente con le opere degli artisti, avendo la funzione di “coro trans-positivo" contemporaneo.”
In barba ai tempi che corrono, sempre più legati al solo ed esclusivo retaggio meramente “economico” di un mercato, troppo imprenditore di se stesso, che abusa di eccessivi sprechi ai danni di “un artista”, disposto anche al compromesso pur di vedersi ritagliato uno spazio da protagonista e al giusto riconoscimento per “la sua opera”, senza immaginare così di arricchire esclusivamente le tasche di chi l’Arte la vende e che poco interesse dimostra di avere nel promuovere e valorizzare la figura dell’artista e della sua arte, e il voler creare un unico dialogo che generi discussioni artistiche alla ricerca di risultati artistici, servendosi dei “comportamenti fenomenologici”.
La Coreuticarte si propone davvero, a questo punto, alla candidatura assoluta di precursore dei tempi che verranno. Oltreché come movimento artistico, ma anche come vero e proprio movimento culturale. Di quella cultura che, nel 1871 l’antropologo Edward Burnett Tylor, nel suo saggio dal titolo “Primitive Culture” descrive esaurientemente in questi termini: “La cultura, o civiltà, intesa nel suo ampio senso etnografico, è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come membro di una società”.
Rieducare l’occhio del fruitore a vedere, più che guardare, e re-insegnargli, in maniera coreutica trans-positiva, ad agire attivamente e non subire passivamente di riflesso condizionato; permettendogli di interagire con l’opera d’arte e con l’artista e la sua anima, che l’ha realizzata, e invitarlo, indirettamente, a confrontarsi con lui e il suo mondo. Per capirlo meglio. Per apprezzarlo meglio. Per “giudicarlo” meglio, positivamente, con cognizione di causa. Perché troppo spesso, erroneamente e superficialmente, forse per colpa di chi non si è soffermato anche solo un minuto a spiegarcelo e farcelo comprendere bene in precedenza, si considera l’Arte contemporanea blasfema, oscena, di cattivo gusto, inutile, insensata.
“L’Arte contemporanea è un qualcosa che va oltre”, e che non c’entra nulla con tutto ciò, bensì si propone di indagare l’anima dell’artista che vuole esporre. Papa Paolo VI, in occasione dell’inaugurazione della sala d’Arte moderna e contemporanea all’interno dei Musei Vaticani, è il primo a sostenerlo fermamente.
Pertanto, se esiste qualcuno che può permettere tutto ciò, e conferire al fruitore la giusta chiave di lettura per comprendere l’Arte contemporanea, comprendendo, e conoscendo da vicino – da dentro – l’anima dell’artista contemporaneo, questo è di sicuro l’ideatore di questo progetto, anticipato dalla Iª Mostra d’Arte Coreutica – “Relativity of Emotions”, Gabriele Romeo.
È forse il caso di dire che questa Coreuticarte con la sua Iª Mostra d’Arte Coreutica sia l’inizio di un’Era Nuova per il mondo dell’Arte contemporanea? Solo il tempo ce ne darà atto e dimostrazione. Tutto a suo tempo debito.
Erin Polla
(fonti e citazioni da: Catalogo-Rivista EXPOART #16 Febbraio 2013 _ Iª Mostra d’Arte Coreutica di Venezia – "Relativity of Emotions" _ "Il Catalogo degli Artisti" a cura di Gabriele Romeo)
N.B.: SONO GRADITI COMMENTI, OPINIONI, PUNTI DI VISTA A RIGUARDO.
IN PIENA LIBERTA'. IN FONDO COREUTICITA' VUOL DIRE ANCHE CONFRONTO TRA GLI ARTISTI. MI PIACEREBBE AVERE UN CONFRONTO COSTRUTTIVO CON TUTTI VOI. E MI PIACEREBBE CONOSCERE IL VOSTRO PENSIERO.
CI AIUTIAMO, A VICENDA, A CONOSCERCI MEGLIO, A CRESCERE CULTURALMENTE, E A VIVERCI L'ARTE A 360° E IN MANIERA TOTALMENTE ATTIVA. IN PRIMA PERSONA.
VI RINGRAZIO PER LA COLLABORAZIONE.
ERIN POLLA
Commenti 79
dico il mio parere, secondo me manca da parte degli artisti un collegamento, un modo di conoscersi dove ci sia complicità, dove vi sia quello scambio che fa crescere
Marta
Chi si fa abbindolare da false promesse o da elogi non veri non ha letto i nostri pensieri su questa rubrica,per cui non ne vedo la ragione di una simile azione.
Stiamo solo discutendo su un modo di concepire l'arte in maniera diversa,più semplice e sincera.
“L’artista ha bisogno del confronto” puntualizza Gabriele Romeo, che non sta certo asserendo chissà quale bislacca esigenza, ma una sacrosanta verità (e lo è – o potrebbe esserlo – in qualsiasi campo, e non solo nell’arte… vedi gli ultimi eventi politici… senza il giusto e assennato confronto rischiamo un paese ingovernabile…).
Chiunque creda di essere immune dal confronto ha forse sbagliato approccio con l’Arte, prima che con gli artisti. Ogni forma di individualismo non porta a generare alcunché di costruttivo. (...)
Anzi, un’ultima cosa ci sarebbe: attenti agli squali dell’arte. Edovincent, che ringrazio per la prontezza di spirito, ha segnalato il link di un bando LADRONE presente su questo sito (http://www.premioceleste.it/index.php?p=artista_news&l=ita&idu=53521&idn=19351).
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